Imola
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Costantino, cessavano le persecuzioni ai cristiani ; il nuovo culto era ammesso e pubblicamente esercitato e, nel 350, in Forum Cornelù, sotto Tauro, prefetto del Pretorio, furono chiusi tutti i templi del gentilesimo. L'aver Costantino trasportata la sede dell'Impero a Bisanzio fu il principio dei grandi mali che in quel secolo e più ancora nel susseguente travagliarono l'Italia, aprirono l'adito alle invasioni straniere e precipitarono l'Impero alla rovina e l'Italia in balìa della barbarie e dell'asservimento. La lontananza dell'imperatore, o di chi aveva il supremo comando delle cose, agevolò lo scoppio delle rivalità fra generali ambiziosi e prefetti preposti al governo delle provincie nelle quali l'Italia era divisa. Tali discordie avevano contraccolpo d'ordine minore ed in attriti fra città e città, e così fu che i Bolognesi assaltarono e distrussero la città di Clo-terna, sorgente sul fiume ora detto Quaterna. La città Cornelia, che aveva vincoli di amicizia con Cloterna, ne sostenne le ragioni e ne rifugiò i profughi, onde si vuole in questo fatto trovare il seme delle future acerrime inimicizie tra Bologna ed Imola (3S5).
Lo scorcio del IV secolo non fu molto lieto per l'Emilia 111 generale e per la città Cornelia in particolare, che ebbe a patire rovine per la ribellione di Massimo (387) e per quella di Eugenio, prefetto del Pretorio.
Col secolo V cominciarono le invasioni dei barbari: nel 408, Alarico re dei Visigoti, piombato in Italia, saccheggiò fra le altre città anche Cornelia; indi, vedendola bene agguerrita ed in buona posizione sulla strada Emilia, per essere punto di difesa e base di operazioni alle sue spedizioni nel territorio circostante, vi fece erigere un palazzo per propria residenza ed un teatro, nonché riattare >. monumenti già danneggiati. In questo palazzo fu celebrato il matrimonio tra Ataulfo, successore d'Alarico, e Galla Placidia, figlia di Teodosio imperatore: matrimonio che fu pegno della partenza dei Visigoti dall'Italia. Alla cerimonia assistette Onorio imperatore (412). Più tardi (431) Valentiniano III, tiglio di Galla Placidia, passata in seconde nozze a Costanzo, edificò, ad istanza del vescovo Cornelio, sul luogo dell'Arena eretta da Alarico, una basilica alla Vergine, detta la Valentìniana di Santa Maria in Arenala, coi tempi corrottosi poi in Regola.
Nel 452 la città fu arsa e saccheggiata da Attila re degli Unni; nel 458 fu assaltata dai Vandali di Genserico; ma : cittadini, animati da un tal Cassio patrizio, si ribellarono e cacciarono quei barbari fuori dalle mura. A Cassio, liberatore della patria, fu eretta una statua nel Foro venale ed alla porta Ilione, dalla quale i barbari erano disordinatamente fuggiti, fu dato, nell'entusiasmo momentaneo, il nome di Visigothia.
Nel 470 Odoacre, condottiero degli Eruli e di altri barbari, abbattuto l'Impero ed insediatosi rex gemimi in Ravenna, fece della città Cornelia un luogo di diporto per le giornate estive, allettato dalle fresche e saluberrime fonti che la città possedeva
Fig. 83. — Imola : Medaglia di Caterina Riario-Sforza.