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La Patria. Geografia dell'Italia
Provincia di Bologna
Gustavo Strafforello
Unione Tipografica Editrice Torino, 1900, pagine 272

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   Imola
   (251
   (la Ottone IV nel 1®00 e da Federico II, quando tentò di rialzare le sorti del partito imperiale nell'Italia superiore, nel 1219, 1220, 1227 e 1243. In una delle tante guerre combattute tra Bologna ed Imola, ì Bolognesi poterono una volta togliere dai cardini le porte d'Imola, cui portarono come trofeo di vittoria nella loro città. Federico II, saputo il caso e facendo ragione alle lagnanze degli Imolesi a lui fedeli, intimò a Bologna la restituzione di quelle porte. Per tutta risposta i Bolognesi portarono quelle porte su una delle loro piazze e, con grande allegria popolare, le abbruciarono. Da ciò nuove guerre e sanguinose vicende.
   Nel 1245, avendo il papa Innocenzo IV rinnovata la scomunica, bandita nel 1239 da Gregorio IX contro Federico II, estendendola a Chiunque ne avesse seguite le sorti
   0 sostenute le ragioni, Imola, sempre fedele all'imperatore, rimase nuovamente, colpita dall'interdetto, causa questo fatto di gravi apprensioni negli animi, di turbamenti nelle coscienze, di discordie intestine. Tuttavia la maggioranza si ostinava per l'imperatore e solo quando, perseverando nella guerra, ebbe perduti
   1 castelli di Dozza, di Fagliano, di Casal Fiiunanese, di Sassatello, assaltati dalle truppe della Chiesa e di Bologna riunite, sotto il comando del cardinale legato Ottaviano degli Ubaldini residente in Bologna, alla presenza dell'esercito nemico schierato sotto le sue mura e pronto all'assalto ed all' inevitabile saccheggio. Imola fu costretta a giurare di abbandonare la parte imperiale e d' unirsi alla Chiesa (0 maggio 1248). Nella stessa circostanza fu firmato tra Bologna ed Imola un trattato di alleanza e di reciproco aiuto, in forza del quale le truppe imo-lesi, comandate da Antonio ile' Lo Ili e da Sulpicio Bricci, presero parte alle guerre che Bologna aveva ingaggiate contro l'Impero ed i suoi fautori.
   Verso la metà dello stesso secolo si hanno entro le mura d'Iuiola le prime discordie tra Guelfi e Ghibellini. Il conflitto sanguinoso scoppiò nel 1257 fra le potenti famiglie dei Bricci, che avevano abbracciata la parte guelfa, e dei Mendoli, che s'erano dati al partito ghibellino. La lotta s'inferociva vieppiù allorché i Sassatello si fecero capi della fazione guelfa ed i Codronchi coi Vanii (fig. 80) della fazione ghibellina; ad eccitare questo fazioni, insieme all'ira politica ed all'ambizione di afferrare il governo della città e dominare su di questa, ma principalmente sugli avversari, si aggiungevano le passioni e gii odii privati, facilmente lievitanti in un ambiente assai ristretto, ove tutti volevano primeggiare e sopraffare gli altri. Mentre infierivano le discordie cittadine e Guelfi e Ghibellini si provocavano di tanto in tanto a battaglia per le vie e per le piazze della città, una serie di altri gravissimi flagelli desolò Imola ed il suo territorio nell'anno 1200: dapprima cominciarono le piene e gli straripamenti dei fiumi che distrussero, per vaste estensioni di territorio, tutte le messi e le piantagioni; seguì inevitabile la carestia, per la quale la popolazione fu messa a durissima prova; infine, a completare il quadro, venne la pestilenza, che in breve periodo di tempo spopolò quasi la città, uccidendo oltre a 5000 cittadini e lasciando gli scampati egri, malconci, immiseriti, Spaventati da tanti guai, sull'esempio dei Perugini — ai quali spetta il
   Fig, 8G. — Imola: Stemma ili Guido Vaini, capo dei Ghibellini di Romagna (da fotografia Tam-BCttKlKl).