Imola
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una sanguinosa zuffa, da lui e dai suoi partigiani provocata pelle vie della città, e nella quale furono a bella posta uccisi i maggiorenti del partito avverso al Sassatello.
Nell'ordinamento del riacquistato dominio Giulio II pensò di formare tre Legazioni:. Bologna, Ravenna e Ferrara. Alla Legazione di Bologna sottopose Imola. Ma i cittadini di questa, mal sopportando di passare sotto il dominio di 1111 popolo che da secoli avevano avuto più nemico, che amico, ne mossero rimostranza al papa, il quale consentì di porli sotto la Legazione di Ravenna. L'essere Imola passata alla diretta dipendenza della Curia romana non tolse, sul principio del secolo XVI, l'ardire e la prepotenza alle fazioni interne ed ai loro capi, onde la città fu più volte ad opera dei Sassatello, dei l'alni, degli Alidosi, dei Codronchi e di altri maggiorenti, che dei loro odii privati e delle loro passioni violente facevano cosa pubblica, teatro di sanguinose vicende. Ma verso la metà dello stesso secolo, col grande lenzuolo funereo, che spenta la libertà di Firenze, si stese dalla egemonia spagnuola sull'Italia, gli animi si acquetarono e, salvo fatti di pura cronaca locale, per oltre due secoli, la storia di Imola perde d'allora in poi ogni colore ed interesse proprio e si compenetra con quella della Legazione pontificia, della quale la città era parte. U11 risveglio da questa specie di letargo Imola l'ebbe nel 1796 al 22 giugno, quando fu occupata dalle truppe repubblicane francesi condotte da Bonaparte ed accennanti a marciare su Roma. In seguito al trattato di Tolentino, Imola restò acquisita alle conquiste napoleoniche nell'Italia superiore e nel riordinamento dello Stato fu da Napoleone unita a Bologna, fatta capoluogo del dipartimento del Reno, la quale con Ferrara, dipartimento del Basso Po, Modena, dipartimento del Panaro, e Reggio, dipartimento del Crostolo, formava la 'Repubblica Cispadana, istituita fm dal dicembre 1796 e della quale, nel giugno 1797, Bologna fu dichiarata capitale, con 1111 Direttorio esecutivo costituito di tre membri. Imola allora diventò capoluogo del Santerno. Nel luglio dello stesso anno la Repubblica Cispadana fu compenetrata nella Cisalpina, avente la capitale in Milano, Imola fu annessa a Faenza, diventata capoluogo del dipartimento del Lamone; poi, nel settembre del 1798, passò di nuovo a far parte del dipartimento del Reno 0 di Bologna. Nella reazione del 1799 Imola, come molte altre località della Romagna, si trovò pressoché alla mercè dei briganti, scatenati dai cosidetti partiti aristocratici 0 reazionari: furono parecchi mesi di terrore e di sfrenata licenza per parte della gente di malaffare a danno dei galantuomini. Ma il ritorno di Napoleone dall'Egitto, la sua rapida discesa dal San Bernardo, la rumorosa vittoria di Marengo ricondussero in breve tempo le cose al primitivo stato ed il 10 luglio 1800 la Repubblica Cisalpina risorgeva nelle Legazioni, prendendo più tardi (1802) il nome di Repubblica Italiana e più tardi ancora (1805) tramutandosi in Regno Italico con capitale a Milano.
Lo sfasciarsi dell'Impero napoleonico nel 1814 apportò mutamenti anche per Imola, clic nel gennaio 1814 fu soggetta ad un governo militare anglo-austriaco; ludi, nel febbraio 1815, al governo di Gioacchino Murai re di Napoli che tentava di salvare nella catastrofe generale il proprio regno; ina falliti i tentativi di Mnrat colla sconfitta del suo esercito sulla Secchia ed al Po, il 19 luglio di quell'anno, Imola passò sotto 1111 governo provvisorio austriaco, che la consegnò, insieme alle altre città delle Legazioni, a Pio VII, il quale rista uro lo statu quo ante 1796. Da quel ino mento Imola seguì le sorti della Legazione bolognese alla quale era annessa, subendo gli effetti delle cupe repressioni, che furono caratteristica del governo di Pio Vili e di Gregorio XVI. Nel 1859, insieme a Bologna, entrò a far parte del Regno d'Italia ed ebbe grado di capoluogo di circondario.
UOMINI ILLUSTRI
Numerosi sono gli uomini nati in Imola e nel suo territorio che per ingegno, sapere e virtù salirono a grande rinomanza e diedero vanto, oltreché alla città nativa,