forza da parte dei Franco-Ispani, che erano consci dei vantaggi ottenuti il giorno prima. Alla fine il principe Eugenio, non potendo più resistere nella lotta, cominciò a far dare t segnali della ritirata, che fu tosto eseguita al di là del Po, lasciando il nemico padrone del campo e di Luzzara, ove Filippo V prese alloggio nel palazzo dei Gonzaga e vi si trattenne fino al 2 ottobre, nel quale giorno, coli'esercito spagnuolo e milanese, passò il Po a Guastalla dirigendosi per Viadana a Cremona. Il duca di Vendòme, col rimanente delle truppe francesi, rimase in luogo fino al 23 ottobre e non se ne andò se non dopo aver fatto saltare parte della rocca colla grossa torre guardante verso Guastalla.
Nel 1734, scoppiata la guerra per la successione di Polonia, il paese fu militarmente occupato dalle truppe franco-sarde, sotto il comando del re Carlo Emanuele di Sardegna, alleato, per il momento, alla Francia. Il 17 settembre di quell'anno, nella pianura tra Guastalla e Luzzara, si combattè fra Imperiali e Franco-Sardi una nuova sanguinosa battaglia, restando la vittoria a questi ultimi, sebbene Luzzara restasse in potere degli Imperiali, dai quali fu assoggettata a gravose contribuzioni di guerra.
Insieme a Guastalla fu aggregata al ducato (li Parma e data in appannaggio a Maria Luigia, moglie di Napoleone I ed arciduchessa d'Austria, dopo l'abdicazione di questi, in seguito ai rovesci del 1814 ed al trattato di Fontainebleau. Nel 1847, sempre con Guastalla, passò a far parte degli Stati estensi e tale rimase fino al 1859.
Coli, elett. e Dioc. Guastalla — P2, T. e Str. ferr.
Novellara (7781 ab.)» — 11 territorio di questo popoloso Comune si stende nella parte meridionale del mandamento e circondario di Guastalla, sul confine di questo col circondario di Reggio. Anche Novellara, prima che la legge del 30 marzo 1890, riformante le circoscrizioni giudiziarie delle preture, andasse in vigore, faceva mandamento a sè; dopo fu aggregato al mandamento di Guastalla. Novellara fu sempre riguardata come una delle più cospicue terre del Reggiano ed il Comune, nella maggior parte di carattere rurale, oltre dello storico capoluogo, è costituito di numerose ville, gruppi di cascinali e fattorie sparse per il vasto territorio. — Novellara, capoluogo, a chilometri 11 a sud-est di Guastalla, è una grossa borgata di quasi 5000 abitanti, che nulla ha da invidiare alle vicine piccole città di Carpi, di Guastalla, di Correggio e di Mirandola. È cinta di mura e di fossati, che un tempo le diedero aspetto di poderosa fortezza e fra ì suoi edifizi primeggia il castello o palazzo, che fu appunto per lungo tempo residenza di quel ramo cadetto dei Gonzaga che dominava in Novellara con titolo di conti. Ila forma quadrilatera, merlata, con un'alta torre, dalla quale si domina per lunga distesa la circostante ubertosissima pianura.
Di questo castello diede l'inizio Feltrino Gonzaga nel 1371; fu continuato dal figlio di questi e fu ultimato, con torri, ponte levatoio e merlatura, dal conte Giacomo Gonzaga nel 1441. Sul finire di questo secolo e sul principio del successivo fu ingrandito ed ingentilito da decorazioni artistiche, siccome portava il gusto del tempo: quivi dipinse anche il Correggio. Nella metà del secolo scorso fu acquistato dal Comune di Novellara, che vi insediò e vi ordinò il ricchissimo suo Archivio storico, nel quale si conservano diplomi e documenti anteriori al mille e dei secoli XI e XII; atti e diplomi d'imperatori e di re; Bolle pontificie, ecc. Una parte di questo ampio edilizio fu trasformata in teatro moderno, elegantissimo, a tre ordini di palchi e loggione.
La chiesa parrocchiale di Novellara, dedicata a Santo Stefano protomartire, vanta origini antiche, essendo ricordata in un diploma del secolo XI, emanato dall'imperatore Ottone I colla data dell'anno 965 ed era assegnata alla diocesi di Reggio. L'antico edilizio andò soggetto a varie trasformazioni e rimaneggiamenti, finché non venne sostituito dall'attuale e grandioso, con ottimi intendimenti architettonici costrutto dall'architetto novellarese Lelio Orsi. Nella chiesa si conservano due magnifici arazzi di