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La Patria. Geografia dell'Italia
Provincie di Modena e Reggio nell'Emilia
Gustavo Strafforello
Unione Tipografica Editrice Torino, 1902, pagine 328

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   Mandamenti e Comuni del Circondario di Guastalla
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   finissimo lavoro, che furono ammirati nell'Esposizione Vaticana in Roma per il Giubileo di Leone XIII; e due piatti di maiolica di Faenza, sì finamente istoriati da essere attribuiti alla mano di Raffaello.
   Novellara ha scuole comunali di grado inferiore e superiore ed emerge per il numero e l'importanza delle sue istituzioni di beneficenza, tra cui primeggia l'Ospedale civile, con un patrimonio di circa 250.000 lire; le altre istituzioni, di carattere elemosiniero e dotale, formano complessivamente un patrimonio d'oltre 100.000 lire.
   Il territorio di Novellara, fertilissimo e riccamente irrigato, produce cereali, viti, foraggi, gelsi e frutta. L'allevamento del bestiame è quivi fatto su vasta scala, dando alimento ad importante commercio d'esportazione. Notevole è pure la produzione dei latticini e del formaggio di grana in ispecie, produzione che per la massima parte si esporta. Vi sono all'uopo 15 caseifici. Altre industrie del luogo sono la fabbricazione della pasta da minestra, la estrazione dell'olio dai semi oleosi di ravizzone e di lino; una segheria per legnami, una tipografia e la lavorazione casalinga del truciolo.
   Cenno storico. — Si vuole che questa borgata abbia origine da cittadini fuggiaschi da Reggio nel periodo delle invasioni barbariche, dalle quali tentavano di porsi in salvo, rifugiandosi nei luoghi deserti o poco accessibili, perchè paludosi o discosti dai grandi itinerari, allora quasi sempre seguiti dagli eserciti in moto. Gli storiografi, tra cui il Dovalio, che lasciò un'accurata Cronaca di Novellara manoscritta, affermano che il nome di questo paese viene dall'essere sorto in regione bassa e acquitriuosa, soggetta a frequenti nebbie, donde il detto di Nubilaria, Nebularia, Novellarla. Le prime notizie scritte che si hanno del luogo appaiono in una Bolla di Eugenio II, che governò la Chiesa dall'824 all'827 : col quale documento era riconosciuto alla diocesi di Reggio il dominio della Plebena de Nuvularia cum suis Capellis. Ugualmente fu nominato questo luogo, più d'un secolo dopo, in un diploma dell'imperatore Ottone I dell'anno 903, in favore della diocesi di Reggio. Nel secolo seguente un Gherardo, vìvente secondo la legge longobarda, comprese Novellara nel suo dominio, erigendovi un castello, scavandone la fossa e munendolo di mura e terrapieni.
   Nel 1150 Novellara figura sotto il dominio del Comune di Reggio e, durante le fazioni che si dilaniarono in tutto il secolo XIII ed in buona parte anche del XIV, mutò molte volte dì dominatori e fu teatro di avvenimenti guerreschi. Nel 1306, i partigiani di Azzo VIII d'Este, banditi da Reggio, si raccolsero in Novellara, commettendovi eccessi e violenze tali che i pacifici abitanti del borgo, se vollero salva la vita, dovettero esulare altrove. Quelli rimasti, per rifarsi dei danni subiti, chiesero aiuti e provvedimenti a Reggio e specialmente l'esenzione per dodici anni da ogni aggravio. Negò il Comune di Reggio questo privilegio a Novellara, col pretesto che avesse dato ricetto ai nemici suoi e della libertà; laonde continuò l'emigrazione della popolazione per altri luoghi, sicché, dal 1315 al 1325, rimasero in Novellara tre sole famiglie. Nel 1371 Feltrino Gonzaga, non potendo più reggere contro le forze irrompenti di Bernabò Visconti, venne a trattative col fiero signore di Milano e gli cedette il dominio di Reggio e territorio, riserbandosi il territorio di Novellara e Bagnolo. Per tal modo Novellara, staccata da Reggio, diventò la capitale di un minuscolo Stato e la residenza ordinaria dei suoi piccoli principi, che furono i discendenti di Feltrino, morto a Padova nel 1374. Questi governarono sempre autonomo il loro piccolo Stato, avendo ottenuto regolari infeudazioni dai vari imperatori e dai marchesi e duchi estensi allorché costoro estesero il loro dominio sul territorio reggiano, avendo ottenuto perfino il diritto gelosissimo di battere moneta, Ultimo di questi signori, che avevano titolo di conti di Novellara, fu Don Filippo Alfonso, morto nel 1728, ed i cui beni allodiali passarono a donna Ricciarda, di lui sorella, moglie ad Alderamo Cybo, duca di Massa e Carrara. 11 feudo, per mancanza di linea maschile, era stato, per decreto del Consiglio Aulico, incamerato ; ma poscia, dietro investitura imperiale, fu