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La Patria. Geografia dell'Italia
Provincie di Modena e Reggio nell'Emilia
Gustavo Strafforello
Unione Tipografica Editrice Torino, 1902, pagine 328

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   Mandamenti e Comuni del Circondario di Guastalla
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   guerra contro Bologna, impresa che sì disastrosa doveva riescire per lui e per la causa imperiale. Nel 1249 i Parmigiani l'istaurarono Brescello, rendendolo meglio atto alla difesa. Nel 1351 fu conquistato da Uberto Pallavicino; nel 1353 fu in potere degli Scaligeri, che lo diedero ai Correggeschi, i quali, alla loro volta, nel 1356, furono cacciati dalle armi di Luchino Visconti, e poco appresso è ancora nelle inani dei Parmigiani, che si danno a risarcirlo delle avarìe sofferte. Sul principio del XV secolo domina a Brescello Otto de' Terzi, signore di Reggio; morto questi nel 1409, in guerra col marchese Nicolò III d'Este, i Correggeschi tentano di riaverlo dai Veneziani, ai quali lo avevano ceduto gli eredi del Terzi. Passato indi in potere di Nicolò III nell'anno 1432, fu dagli Estensi, verso altri vantaggi, ceduto a Filippo Maria Visconti, duca di Milano, che ne investiva il suo capitano Erasmo Trivulzio. Dopo la morte del Visconti, tentarono di bel nuovo i Correggeschi — profittando dei cambiamenti avvenuti nello Stato di Milano — d'impadronirsi colle armi di Brescello, cosa che poterono compiere nel 1446, sebbene avessero contro Francesco Sforza. Ai Correggeschi Brescello fu tolto da Galeazzo Maria Sforza e Lodovico il Moro lo cedette al duca Ercole I d'Este, ricevendone in cambio Castelnuovo Tortonese. Nel 1512 Brescello fu preso dalle armi pontificie, quando queste occuparono e tennero per un certo tempo le provincie di Modena e di Reggio nello Stato estense; nel 1551 fu occupato dalle truppe imperiali di Carlo V e nell'anno seguente ritornava in potestà di Ercole II, duca di Ferrara e di Modena, che vi faceva erigere una solida fortezza.
   Nel 1702, scoppiata la guerra per la successione di Spagna, la fortezza di Brescello venne espugnata ed occupata dal principe Eugenio di Savoia, generalissimo delle truppe imperiali in Italia. I Franco-Ispani l'assediarono e non riuscirono ad espugnarlo che dopo undici mesi di assedio, ma perchè non fosse più d'intoppo alle altre operazioni di guerra ne fecero saltare le fortificazioni. Nel 1704 venne riconsegnato agli Estensi, i quali, in compenso dei danni avuti in questa guerra, ottennero dall'Austria principati e possedimenti in Ungheria. Il duca Francesco IV rinnovò le fortificazioni di Brescello, facendo di questa borgata una testa di ponte munita di palizzate e torri, per assicurare il passo a truppe vegnenti dalla Lombardia, come per proteggere una ritirata da quella parte. Ma furono opere e spese inutili, che, scoppiati gli avvenimenti del 1848 e del 1859, non ritardarono di un attimo i fati della dinastia estense.
   Coli, elett. Montecchio Emilia — Dioc. Reggio — P2, T. e Str. ferr.
   Boretto (3807 ab.). — Si stende il territorio di questo Comune sulla sponda destra del Po, nella parte orientale del mandamento. E di carattere esclusivamente rurale e costituito, oltreché del capoluogo, da parecchie piccole frazioni o ville sparse per la bassa e rasa pianura, altre volte visitata dalle alluvioni del Po. — Boretto è un discreto paese di circa 1500 abitanti, a 3 chilometri da Brescello, con edifizi moderni e di bell'aspetto, fra i quali spicca la nuova chiesa parrocchiale, di ampia ed elegante architettura, che sostituì l'antica dedicata a San Marco. Moderno e ben arieggiato è pure l'Ospedale infermi, di recente fondazione e con un patrimonio di circa 60.000 lire.
   Il territorio di Boretto, ben coltivato ed irrigato, produce copiosamente cereali, foraggi, viti, canapa, frutta ed ortaglie. Attivissimo vi è l'allevamento del bestiame, nonché la produzione dei latticini, esercitata in 7 caseifici, i prodotti dei quali, essenzialmente in formaggio di grana, sono tutti esportati dalla provincia. Vi sono inoltre: una fabbrica di paste da minestra; una fabbrica di cordami; un piccolo opificio per la fabbricazione dei pettini ed altri oggetti in corno ed osso; le industrie casalinghe sono specialmente rappresentate dalla lavorazione del truciolo, dalla fabbricazione delle stuoie, sporte e panieri di vimini, esercitate complessivamente da oltre 500 lavoranti.
   Cenno storico. — Sebbene non vi sieno fatti di rilievo intorno a questo paese, esso ha origini antiche ed è ricordato nelle cronache parmensi e reggiane e nelle vicende