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La Patria. Geografia dell'Italia
Provincia di Napoli
Gustavo Strafforello
Unione Tipografica Editrice Torino, 1896, pagine 450

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   l'arti; Quarta — Italia Meridionale
   rassomigliano alla superficie della luna seminata anch'essa di crateri estinti. Napoli stessa sembra fabbricata in parte entro un semi-cratere dai contorni indecisi, resi ancor più incerti dagli edilìzi che ergonsi in antiteatro sui pendìi; ma ad occidente raggruppatisi parecchie cavità vulcaniche meglio delineate, di cui una si appoggia esternamente ad un lungo promontorio di tufo ove sorge il presunto Sepolcro di Virgilio. Varcata la Grotta di Pozzuoli,, una delle antiche meraviglie del mondo, ci si trova nella regione dei Campi Elegrei propriamente detti. A sinistra l'isoletta di Nisida, il cui cratere profondo forma porto Pavone, dirizza il suo cono regolare come il termine esterno di quell'ammasso di vulcani.
   Di tutti, il più vasto e quello che ha più conservato porzione della sua antica attività, è il Forum Vulcani degli antichi, vale a dire il bacino dell'odierna, Solfatara. La sua ultima grande eruzione avvenne nel 1198, ma esso continua ad esalare in copia vapori d'idrogeno solforato e a decomporre le sue rocce sotto l'azione dei gas.
   Immediatamente a nord schiudesi un'altra coppa vulcanica verdeggiante, il Parco d'fioptìafo di caprioli e cignali. Un altro cratere men regolare racchiudeva le acque ampie, profonde, e ribollenti alle volte, del lago d'Agnano, il quale è ora stato prosciugato. Nei dintorni spiccia, entro la famosa Grotta del Cane, una sorgente d'acido carbonico a cui traggono i viaggiatori curiosi.
   Le spiagge del golfo di Pozzuoli cambiarono spesso di livello, come attestano tre colonne di mi tempio sacro a Nettuno detto Tempio di Serapide le quali, dopo di essersi sommerse nel mare, tornarono ad emergerne; ed è da credere che questa emersione avvenisse nel 1588 quando si formò monte Nuovo. In quattro giorni il cono enorme alto 130 metri e della circonferenza di parecchi chilometri, si formò sulla bassa pianura che continuava il golfo a nord; il villaggio di Tripergola rimase sepolto sotto le ceneri; una intera piaggia, la Sterza, si formò appiè della rupe del litorale antico e due distese d'acqua, a ovest del suddetto monte Nuovo, non ebbero più comunicazione col mare e presero un'altra forma.
   In contrapposto al Tartaro occorrevano i Campi Elisi, e tal fu in effetto il nome dato ad una porzione della penisola di Baia di cui i voluttuosi Ilomani fecero la dimora più deliziosa del mondo intero. Tutti i grandi Romani che empirono il mondo del loro nome — Mario, Pompeo, Cesare, Augusto, Tiberio* Claudio, Agrippina, Nerone — vi ebbero ville sontuose che divennero non di rado la scena di orrende tragedie. Di tutti questi palazzi non sopravvanzano ora che le rovine sommerse in parte nelle acque del mare. E qui torna proprio a capello il trito dettato: Sic transit gloria mundi: la gloria romana intendiamoci, che la gloria della natura è sempre viva e verde in quell'antico inferno-paradiso.
   Era i vulcani meridionali giova qui citare il Vulture o Pizzuto di Melfi, montagna isolata e di grande estensione, che ergesi a 1330 metri sul mare, nell'alta valle del-rOfanto, sul versante adriatico, e nel cui cratere stanno due laghetti pittoreschi, i laghi di Montiechio.
   Tutte le isole poi del Tirreno, da Procida nel golfo di Napoli a Palmarola nel gruppo delle Ponza, compresa Ischia, sono di origine vulcanica.
   VI. — Valli e Pianure.
   Le valli e le pianure della regione di cui trattiamo sono qua basse e là alte. Giacciono le prime lungo il litorale o fra le diramazioni delle catene dei monti e le seconde fra i monti stessi. Valichi angusti schiudono per solito i loro aditi. Non poche valli hanno tale un'inclinazione ed un'estensione che pigliano l'aspetto di vere pianure e di tal fatta son maggi orni ente quelle che stan vicine ai litorali. In certe valli le piagge formasi per l'azione delle sorgenti o torrenti, o fiumi, o rivi i quali escono tal fiata