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La Patria. Geografia dell'Italia
Provincia di Napoli
Gustavo Strafforello
Unione Tipografica Editrice Torino, 1896, pagine 450

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   37-2
   Parte Quarta — Italia Meridionale
   comunemente per bagni, doccio e lozioni. Si potrebbe anche prendere per bocca alla dose di uno o due bicchieri, allungandola col decotto d'orzo o di gramigna. Contiene una maggior proporzione di cloruro di sodio e di cloruro di potassio di qualsivoglia altra acqua salutare dell'isola e vuoisene perciò far uso con cautela. È un agente poderoso nella cura delle ostruzioni, delle affezioni reumatiche, delle paralisi, delle malattie delle giunture, ecc. Presso la sorgente il calore sotterraneo è così intenso che, scavando la terra alla profondità di mezzo metro la buca, si empie subito d'acqua marina, della temperatura di 30 e persino di 45 gradi.
   2. Acqua della liegina Isabella. Abbiamo detto che in vicinanza della sorgente di Santa Restituta sono sei pozzi d'acqua termale; uno di essi è nel giardino del suddetto ex-convento Carmelitano e Pacqua che vi zampilla fu detta della Regina Isabella, in onore della madre di Ferdinando II. Ha la temperatura di gradi 41 e contiene una maggior quantità di gas acido carbonico di qualunque altr'acqua dell'isola, trarrne quella del Gurgitcllo, con una proporzione ragguardevole di carbonato, solfato e cloruro di sodio. E valevole contro le affezioni provenienti dalla mancanza di tono nel sistema, contro le malattie scrofolose e la dispepsia.
   3 .Acqua di San Montano, p] San Montano una regione del Comune di Lacco, situata fra il monte di Vico e il promontorio di Zale, appiè dell'Epomeo, in un vallone ben coltivato. L'acqua minerale che vi scaturisce è chiara, limpida, di un sapore salso simile a quello dell'acqua marina. Non tramanda alcun odore ed ha una temperatura di gradi 45. Giova contro i dolori reumatici, la sciatica, la gotta, l'edema delle gambe, in alcune malattie dello stomaco, dei visceri e contro la scrofola. Non adoperasi quasi mal per uso interno, ma si prescrive por bagni, doccie, lozioni, iniezioni, clister1 Trasportata non rimette punto della sua virtù.
   4. Acqua di Francesco o di Paolone. Cosidctta perchè scaturisce nella casa che fu di un Raffaele Calise, soprannominato Paolone, situata nel borgo di Geriglio, frazione del Comune di Lacco. E chiara, limpida, inodora e d'un sapore analogo a quello dell'acqua del Cappone. Ha una temperatura di 45 gradi e giova nella cura dei catarri inveterati, degli sconcerti della digestione, degli ingorghi cronici delle viscere addominali, della clorosi, delle erpeti, delle affezioni dei reni e della vescica, ecc. Si piglia m bevanda mescolandola, se vuoisi, col latte e si prescrive anche per bagni e doccie. Chiusa in bottiglie ben turato si trasporta senza che soffra alterazioni.
   5. Aequa del Capitello. Sgorga da una roccia vulcanica, alla temperatura di 30 gradi e col sapore dell'acqua marina, ina un po' meno amaro. In vicinanza trovansi alcune stufe con sei vasche per bagni.
   6. Stufe di San Lorenzo. Le più frequentate dell'isola, distano dieci minuti a ovest da Lacco, sul pendìo orientale d'una collina di pomici e residui di lava, a libeccio del monte Vico e della valle di San Montano. Consistono in quattro stanzette con quanto abbisogna per l'applicazione del vapore ad ogni parte del corpo. La temperatura nelle stanzette sale a gradi 57 e i vapori che vi esalano sono purissimi.
   Coli, eleti. Pozzuoli — Dioc. Ischia — P2, T e Scalo marittimo locali, Str. ferr. a Napoli.
   Mandamento di ISCHIA (comprende 3 Comuni, popol. 13,134 ab.), — Territorio ferace di vini e di frutta squisite. Acque termali, di cui tratteremo più avanti.
   Ischia (65G4 ab. nel ISSI e 7930 nel 1895). — Da 1 a 30 metri d'altezza dal livello del mare, capoluogo dell'isola, sede vescovile, stendesi pittorescamente in una lunga strada lungo la marina, lunga circa un chilometro e mezzo, dal castello che la domina a est sino alla punta Molina. Il castello, dirimpetto all'isola di Vivara, di cui diremo più sotto, è rannodato all'isola principale da un ponte nuovamente lastricato e fornito di lampioni nel 1878, lungo m. 220 ed uno dei passeggi più frequentati nella bella stagione (fig. 238).