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La Patria. Geografia dell'Italia
Provincia di Napoli
Gustavo Strafforello
Unione Tipografica Editrice Torino, 1896, pagine 450

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   37-2 Parte Quarta — Italia Meridionale
   o (li un cuneo con la punta più aguzza rivolta .alla parte di sud-ovest. Il lato orientale, il solo accessibile, ò incavato profondamente dalla cala della Nave, dalla cala Rossano e dal porto in mezzo ad esso. Qui trovansi anche vestigia numerose degli antichi abitatori, caverne nel tufo, tre cisterne e, sulla punta di Eolo, rovine clic credonsi quelle della casa di Giulia, figlia depravata di Augusto e da lui qui relegata.
   < L'isola Yentotene, prosegue il Mercalli, è di origine totalmente vulcanica come Ponza e probabilmente di epoca più recente. Lo sue lave, di natura basaltica, hanno qualche analogia con quelle che attualmente emettono l'Etna e lo Stiomboli: sono invece diversissime da quella di Ponza.
   < La struttura dell'isola ò molto semplice : un banco di lava che affiora al livello del mare, sotto il monte dell'Arco e sotto il Semaforo, inclina leggiermente verso nord, dove si nasconde sotto il livello del mare e dappertutto è ricoperto da strati di diversi tufi vulcanici con inclinazione generale a nord. La quale disposizione fa credere che il centro di eruzione sia stato a sud dell'isola, poiché nei coni vulcanici i banchi di lava e gli strati più estesi di detrito inclinano sempre dall'asse eruttivo verso le falde esterne del monte vulcanico. In altri termini, ciò che ora si vede sopra le acque di Ventotene 11011 è che un piccolo segmento di un grande vulcano, per più di tre quarti distrutto e precipitato iu mare. E pur troppo la demolizione continua ancora, specialmente in quella parte dell'isola dove, non esistendo strati di lava compatti, i marosi corrodono e scalzano banchi tufacei poco consistenti. Si può citar come esempio il Cimitero, costruito pei colerosi nel 1837, il quale, per metà della sua estensione, è già precipitato in mare >.
   Yentotene (2101 ab.). — Giace nella parte est, intorno al castello protettore e le rimanenti abitazioni sono, come nell'isola di Procida, sparse fra gli alberi. Tre pozzi e molte cisterne somministrano acqua potabile. A capo dell'Arco si pescano molte aragoste e in una baia, detta La Parata, si fa una caccia abbondante di quaglie. L'isola è esposta da ogni parte a venti impetuosi ed è forse perciò che la si addimanda Ventotene. Ciò nondimanco in quasi tutta l'isola prosperano vigne, fichi, fichi d'India ed altri alberi da frutta.
   Fedeli ai costumi antichi i Vento teiiesi sono puri agricoltori, i quali, assai più raramente dei Ponzesi, abbandonano la loro piccola isola e quasi sol per mezzo degli Ischioti vengono a contatto col rimanente del mondo.
   Il vicino isolotto di Santo Stefano è separato da Ventotene da un canale largo chilometri 1 '/a e poco profondo ed è da credere che le due terre fossero unite in addietro in una sola isola; ma non può dirsi in un solo vulcano, perchè le lave di Santo Stefano, dice il Mercalli, sono diverse affatto da quelle di Ventotene.
   II nome di Santo Stefano fa presupporre l'esistenza d'un convento nei tempi antichi; dopo la colonizzazione di Ventotene Santo Stefano la provvedeva di legna. L'isolotto di Santo Stefano ha una superficie di 297,000 metri quadrati ed un perimetro di poco inferiore ai 2 chilometri; è d'origine onninamente vulcanica, con basalto gigantesco di forma prismatica. La sua figura planimetrica è un esagono irregolare limitato al livello del mare da roccie a picco e da punte dette capo Burrone, punta Sospiri, punta Spa-saro. punta Falcone e punta Roinanello. La sua altezza raggiunge in un punto i 68 m. dal livello del mare.
   Da quattro parti soltanto vi'è possibile l'accesso e poco dopo la punta Spasa ro trovasi la piccola insenatura Giulia, a cui tien dietro l'altra di Porticciuolo e lo scalo della Marinella, ove approdano il piroscafo e le barche e donde si sale ad una spianatala circolare, con un'ampia cisterna, e si arriva al Penitenziario, grande edilizio a ferro chiuso di cavallo, ed alla piccola piazza cinta a destra da un parapetto murato, di fronte dalla palazzetta degli Spiegati del Penitenziario e a sinistra da piccoli fabbricati accessori e da orti