Stai consultando: 'La Patria. Geografia dell'Italia Provincia di Napoli', Gustavo Strafforello

   

Pagina (467/475)       Pagina_Precedente Pagina_Successiva Indice Copertina      Pagina


Pagina (467/475)       Pagina_Precedente Pagina_Successiva Indice Copertina




La Patria. Geografia dell'Italia
Provincia di Napoli
Gustavo Strafforello
Unione Tipografica Editrice Torino, 1896, pagine 450

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

Aderisci al progetto!

   
[Home Page]




[ Testo della pagina elaborato con OCR ]

   Mandamenti e Comuni del Circondario di Pozzuoli
   443
   Stupendo è il panorama che si para innanzi allo sguardo, mentre l'aria vivificante della marina va dilatando i polmoni. In vicinanza l'isola di Ventotene con la sua forma di leone dormente, più lungi le ombre delle isole Ponza e Zannone e nello sfondo, a destra, le spiaggie di Gaeta e di Terracina sino a capo Circello, sul vicino continente.
   Eccettuata la porzione occupata dal Penitenziario dello Stato l'isola di Santo Stefano appartiene alla famiglia Vallinoto, che l'ha ceduta a censo coi diritti di caccia alla famiglia Talicreio di Ventotene. E non è poca codesta caccia, dove si ponga mente che da quattro a cinquemila quaglie sono, in inedia annuale, prese e vendute dai coloni di Santo Stefano, con un provento netto di 2 a 3000 lire. E delle quaglie non solo, ma delle tortore, dei tordi, usignuoli, allodole e altri uccelli di passo è copiosa la caccia.
   Durante i rivolgimenti del 1860 gli ottocento galeotti del bagno penale di Santo Stefano rimasero in balìa dì sè stessi, per essere la soldatesca che li custodiva stata richiamata dal governo pericolante di Francesco II in Gaeta. I galeotti si strinsero allora in tribù, formando una specie di governo provvisorio ed eleggendo una Commissione governativa che accoppiava in sè i tre poteri: legislativo, esecutivo e giudiziario; questa Commissione mandò fuori varie ordinanze per provvedere all'ordine pubblico, in una delle quali comminava la pena di morte ai ladri. Una nave da guerra del nuovo Governo italiano sbarcò poi truppe a Santo Stefano e i galeotti superstiti rientrarono spontaneamente e con la massima docilità nel bagno per finire di scontarvi la pena a cui erano condannati.
   Fra Ventotene e Ponza liavvi poi un grosso scoglio detto La Botte, pure di natura vulcanica, che si erge a metri 1    Cenni storici. — llavòaxafi'a, Pandataria, ebbe anticamente anche altri nomi e nel medioevo e moderno anche i seguenti: Pantotieri, Pontatera, Santa Candida, Benti-niana, Bentilem, Ventotiene e finalmente Ventatene. Strabone (v, p. 223) la dice discosta 250 starili dal continente, il che è molto prossimo al vero (chilometri 47 Va da Gaeta e altrettanti dalla foce del Volturno), e la chiama una piccola isola ma ben popolata. Come la vicina Ponza servì non di rado dì luogo di relegazione dei prigionieri di Stato o degli esiliati politici. Fra questi voglionsi ricordare la suddetta Giulia, figliuola di Augusto; Agrippina, vedova di Germanico; ed Ottavia, prima moglie di Nerone: queste due ultime furono messe a morte nell'isola (Tac., Ann., i, 53; xiv, 63; Svet., Tib., 53).
   Minacciata del continuo dai Saraceni e dai Barbareschi, l'isola di Ventotene fu abbandonata, quantunque andasse rinomata per la sua fertilità e Ponza si rimase per secoli la sola abitata del gruppo insulare, finche Ferdinando vi dedusse, nel 1790, da Torre del Greco una colouia di contadini che andò poi moltiplicandosi.
   Coli, elett. Pozzuoli — Dioc. Gaeta — P3, T., Scalo mariti, e Ufficio semaforico.
   56 * — I.a Patria, voi. IV.