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La Patria. Geografia dell'Italia
Provincie di Avellino - Benevento - Caserta - Salerno
Gustavo Strafforello
Unione Tipografica Editrice Torino, 1898, pagine 416

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   l'irti Quarta — Italia Meridionale
   era situata nel cuore stesso del Sanalo, circondata da tutto le parti da alte montagne. Di queste la più importante b ([nella a sud-ovest, il Matese, oggidì uno dei monti più celebri degli Apeniiini, ma di cui non fu preservato l'antico nome. Il nome di Mons Tifcrnus può per vero essere stato applicato ali intiero gruppo ; ma è più probabile fosse ristretto, corneggi quello di Monte Difcrno, ad uno degli sproni o minori sommità del Malese, in cui son le fonti del liiferno.
   Il nome di Matese si dà ad un vasto gruppo o massiccio di montagne, il quale riempie l'intiero spazio fra Bojano (Bovianum) c la vallerei Volturno, si ch'esso manda le sne ramificazioni al basso, nella valle di quel fiume, donde circuiscono la valle del Calore e di là, per Morcone e Sepino, vanno alle fonti del Tamaro. La cresta suprema del Matese è inonteMiletto (2050 m.), a sud-ovest di Bojano. Quest'aspro accozzo di montagne, vestite di vaste selve e nevose al sommo per una gran parte dell'anno, dovette rimaner sempre inaccessibile alla civiltà e presentò sempre una barriera insormontabile alle armi di un invasore. Non vi potè inai essere una strada od un passaggio frequentato fra quella clic seguitava la valle del Volturno e quella che costeggia la base orientale del Matese dalla valle del Calore a quella del Tamaro. Quest'ultima è la linea seguita dalla strada moderna da Napoli a Campobasso.
   4. A nord di Bojano le montagne sono men altee non hanno apparentemente sommità cospicue od almeno rinomate; ma l'intiero tratto da Bojano alla frontiera dei Frentani è occupato da una massa di aspre montagne che stendonsi da Agnone, nel circondario d'Isernia, e dalla valle del Sangro sino in vicinanza di Campobasso. Questo tratto montagnoso è attraversato dalle anguste e profonde valli del Trigno (Trinius) e del Hfòfno ffifernw) che asportano le acque della catena centrale ma senza porgere alcun mezzo conveniente di comunicazione I tratti montagnosi clic stendonsi in tutti i lati di Bojano costituivano il paese dei l'entri, la più potente di tutte le tribù sannitiche.
   5. A sud del Matese, e separato da esso dalla valle del Calore, sorge il gruppo del Mons TaLurnus, detto sempre Monte Tuburno, alto 1393 metri e rassomigliante nel carattere al Matese, ma meno alto e meno esteso. l'ormava, in un con le valli adiacenti, il paese dei Caudini, apparentemente una delle più piccole tribù sannitiche, e il celebre passo delle Forche Guitiine era situato alla sua base.
   Strettamente connesso al monte laburno, e dipendente in certo qua] modo da esso, quantunque separato dall'angusta valle dell'Isclero, un lungo giogo si estende da Arpaja (nella provincia e circondario di Benevento) sin presso a Capua. E di un'altezza di gran lunga inferiore, ma ergesi ardito e scosceso dalla pianura della Campania, di cui par formi il conline naturale. L'estremità di codesto giogo più prossimo a Capua è il monte Tifato (602 in.), così celebre nelle campagne di Annibale e da cui contemplò si a lungo le pianure felici della Campania.
   G. Alla falda orientale del monte laburno era ed è situato Benevento, città principale degli Irpini e che, per la sua particolare giacitura, era in certo qua! modo la chiave dell'intiero distretto abitato da quel popolo. Stava in una pianura od ampia valle formata dalla congiunzione del Calore coi suoi ailluenli, il Sabato e il Tamaro, cotalchè valli ragguardevoli schiudevansi da esso in tutte le direzioni nelle montagne. Il Calore stesso è non solo il maggiore dei tributari del Volturno, ma alla sua congiunzione con esso, a circa 35 chilometri sotto Benevento, gii è appena inferiore per ampiezza e volume d'acque. Il Calore nasce nell'alto gruppo di montagne fra Sant'Angelo dei Lombardi ed hboii. Codesto gruppo, detto alle volte Munte Irpino, e il più eccelso in questa parte degli Apennmi e manda le sue acque a nord nel Calore e nel suo affluente il Sabato; mentre a est dà origine all'Ofanto, che mette foce nell'Adriatico dopo aver traversato più di due terzi della larghezza della penisola; e a sud il Silaro scaricasi, con un corso assai più breve, nel golfo di Salerno. Da questo punto, che forma una specie di nodo nella catena principale degli Apennini, le montagne svolgonsi in un semicircolo a nord-est e nord, finché raggiungono le sorgenti del Tamaro e le montagne suddescritte in vicinanza di Bojano e Campobasso. In questa parte del suo corso la catena principale manda al basso i torrenti Ufita e Miscano a ovest ad ingrossar la acque del Calore, mentre a est dà origine al Cervaro (Gcrbulus) che scaricasi nell'Adriatico.
   7. Dal monte Irpino, verso est, tutta l'alta valle dell'O fante era compresa nel Sannio, quantunque la parte inferiore del suo corso appartenesse all'Apulia. 11 limite esatto non può essere fissato, per essere i confini degli Irpini verso l'Apulia da un lato e la Lucania dall'altro, del pari che ì