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La Patria. Geografia dell'Italia
Provincie di Bari - Lecce - Potenza
Gustavo Strafforello
Unione Tipografica Editrice Torino, 1899, pagine 396

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   l'urli» Qu;irtn — Hallo Meridionale
   continuassero a rimaner tranquille, tranne ima leggiera dimostrazionr a favore dei Sanniti nel 207 av. C. siili» all'arrivo di l'u ro in Ilalia; ed anclie (pianilo questo nionarea, nella sua sccundn rnm-ilei 27'J av. (1., portò le sue armi nell'Apuli.! e sottomise pannine delle Mie lillà, le riina-uenli serbarono fede alla causa romana, alla quale alcuno di es'-e prestarono aiuto cflicaci' alla ballagli,! d'Ascoli Satrinno, come vedremo in seguilo.
   Durame la seconda Guerra l'unica l'Apulia divenne per lungo tempo uno dei teatri principali della guerra fra Annibale e i generali romani. Nella seconda campagna fi) devastala dal rapo cartaginese, il quale, dopo le. sue operazioni contro l'aliio, vi pose i suoi quartieri d'inverno; e la primavera seguente fu testimone della sconfina memorabile dei Romani nelle pianine ili Canne, nel 210 av C Dopo questo granile disastro, una gran parte degli Apuli dolila carolisi in favore dei Cartaginesi e schiusero le porle delle Ioni città ad Annibale. Le provviste poste per tal modo a sua disposizione e la granile fcracilà del paese lo indussero a porre per parecchi anni successivi i suoi quartieri d'inverno nell'Apulia.
   tè impossibile registrare qui tutte le operazioni militari di cui divenne il teatro; ma il risultalo fu sfavorevole ad Annibale il quale, quantunque costantemente vittorioso in campo, non riusci a conquistare altre fortezze nell'Apulia, mentre le importanti ritta di Alpi e di Sa la pia (ili cui tratteremo nel circondario di Poggia) caddero successivamente in mano ai Itoniani. Solo però nel 207 av. C., dopo la battaglia sul Metanro e la morie di A^drubale, Annibale sgombrò definitivamente. l'Apulia e si ritirò nel liruzio.
   Non vi può esser dubbio clic le città ribelli furono punite severamente dai lioinani ; e l'intiera provincia pare sofirisse sì grandemente per le devastazioni e le esazioni degli eserciti contendenti, che si può far risalire a quel lenipo la decadenza della sua prosperità primitiva.
   Nella Guerra Sociale gli Apuli furono fra quei popoli, die diedero dì piglio alle armi contro Itonia con a capo le città importanti di Veni/sia (Venosa) e Canusium (Canosa). Grandi successi ottennero dapprima i Sanniti in questa parte d'Italia, sotto il capo sannita Yezio Judacilio; ma l'anno seguenle (89 av. C.) la fortuna volse loro le spalle e la maggior parte dell'Apulia fu sottomessa dal pretore C. Cosconio. In questa occasione fu, dicesi, distrutta Salapia e furono devastati i territori! di Larino, Ascoli e Venosa ; questa seconda devastazione diede probabilmente un crollo alla prosperità dell'Apulia, da cui non si riebbe mai più. Cerio è che al termine della Repubblica e sotto l'Impero romano essa apparisce in uno stalo di decadenza e di povertà. Sirabone fa menzione d'Arpi, di Cumtsium e di Luceria quali città decai'ule; e soggiunge clic tutta questa parie d'Italia era stala desolala dalla guerra d'Annibale e dalle susseguenti.
   L'Apulia fu compresa, in un con la Calabria e gli Irpini, nella seconda regione di Augusto, e quest'assetto par continuasse sino al tempo di Costantino, tranne clic gli Irpini furono separati dagli altri due e collocali nella prima regione con la Campania e il Lazio, l'ai tempo di Costantino l'Apulia e la Calabria furono unite sotto la medesima autorità, detta Coircclor, e costituivano una provincia.
   Dopo la caduta dell'Impero d'occidente, gl'imperatori bizantini, i Longobardi e i Saraceni si conlesero per lungo tempo il possesso dell'Apulia. Ma i primi sembra serbassero sempre qualche aulorilà in questa parie d'Italia, e nel secolo X pare venisse lor fatto di ristabilire il loro dominio sopra la maggior parie della provincia, clic essi governarono per nicz/.o di un magistrato dello Catapan, donde il nome moderno di Capitanala, corruzione di Calapanala. Ultimamente fu strappata all'Impero greco dai Normanni.
   Geografia dell'Apulia antica. —1 fiumi principali erano e sono: 1° il Tifernus, ora Biferno, che la limitava, come già abbiain dello, a sellenlrionc e la separava dai Frenlani; 2 il Frenlo, ora Fortore, che formava il confine del territorio di Larino a sud, ed è perciò assegnalo a limite settentrionale dell'Apulia da quegli scrittori, che non includono Larino in questa regione; il Cerbalus di Plinio, ora Cervaro, die nasce nelle montagne degli Irpini e corre al mare fra Siponto e il lago di Salapia (ora di Salpi); è probabilmente il fiume clic serviva, al dir di Siraboue, il quale però non lo nomina, a trasportare granaglie ed altre derrate dall'interno al litorale presso Siponto; 4° YAufidus, ora Ofanto, il maggiore dei fiumi di questa parte d'Italia, di cui abbiamo già dello abbastanza sotto la provincia di Avellino.