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l'arte Quarta — Italia .Meridionale
Cenni storici. — Fu un fondo di Antonio Sanseverino e quindi di Gian Antonio Federico, dal quale tornò a Roberto Sanseverino, figliuolo del sopranoininato Antonio. Nel 1541 la comprò per ls.000 ducati Fabio Carafa ed 1111 suo discendente la vendè a Ruolo Marchese, dal quale pervenne poi a Luigi Carafa di Marra e a Beatrice di Somma che l'acquistò per 40.000 ducati.
Coli, elett. c Dioc. Tricarico — I'1 c T. locali, Str. ferr. a Grassano.
Accettura (5027 ab.). — Sorge a 799 metri di altezza sul mare ed a 14 chilometri da San Mauro Forte, sopra un alto colle presso ed a destra della Salandrelln, con territorio producente granaglie, vino, canapa, lino, frutta e manna prelibata. Gli ultimi feudatari di questo grosso borgo furono i Carafa e gli Spinelli.
Coli, elett. e Dioc. Tricarico — I'* e T. locali, Sii. Icrr. a Campoinagk'iore.
Garaguso ( 175S al».).— A 4txi metri sul mare ed a 10 chilometri da San Mauro Forte, ili monte, con territorio alpestre ma fertile, bagnato dalla Salandrella.
Acque minerali. — Scaturisce nel Comune una sorgente di acqua minerale ferruginosa nella quantità di 320 litri nello spazio di 24 ore e della temperatura di 17 gradi.
Cenni storici. — Garaguso soll'rì molti danni nel terremoto del lG'Ji e fu un fendo dei Revertera di Salandra.
Coli, elett. e Dioc. Tricarico — I>2 locale, T. ad Uliveto Lucano, Str. ferr. a Grassano.
Oliveto Lucano (UIC ab.). — A 548 metri di altezza sul mare ed a 12 chilometri da San Mauro Forte, sulla sinistra della Salandrella, con territorio assai fertile e ricco principalmente di pascoli con bestiame numeroso.
Cenni storici. — Fu 1111 feudo dei Revertera di Salandra e fu assai malconcio dal terremoto del 1G91-.
Coli, elett. e Dioc. Tricarico — P!eT. locali, Str. ferr. a Grassano.
Mandamento di STIGLIANO (comprende 4- Comuni, popol. 12.183 ab.). — Territorio ferace in granaglie di ottima qualità, olio, vino, orzo, ortaglie abbondanti e saporite, ma poche frutta. Pingui pascoli con molto e vario bestiame. Caccia abbondante di volpi, lepri, pernici, beccaccie, ecc.
Stigliano (7147 ab.), — Siede a 909 metri di altezza sul mare ed a 59 chilometri da Matera. Per la sua situazione elevata Stigliano gode di aria salubre e di un orizzonte estesissimo. Alle colline vestite di qnercie sottostanno amene vallate, uliveti, vigneti, prati e l'intiero territorio è come circoscritto dalle acque del Misegna confluente del Cavone, e da quelle del Sauro affluente dell'Agri.
Stigliano ha bei palazzi sparsi in mezzo a piccole abitazioni con quasi nel centro l'antico castello feudale. Parrocchiale dedicata a Sant'Antonio di architettura non spregevole, rifatta nello scorso secolo su più antica chiesa e piccolo monastero, in cui si ammira un bel Crocefisso in legno di grandezza naturale. Detto monastero (figg. 128-129) è ora trasformato in palazzo degli uffici, del carcere mandamentale e delle scuole maschili. La parte nuova del paese è tutta in piano, ha belle strade fiancheggiate da palazzi, fra i quali primeggia quello del principe Colonna di Stigliano.
Stigliano possiede ottima ed abbondante acqua potabile; nò mancano nel suo territorio sorgenti di acque solfnree e ferruginose. Ila scuole elementari maschili e femminili, una Congregazione di carità, ecc. Torchi da olio, molini a vapore, fabbriche di paste alimentari, tessitoria, ecc.
Cenni storici. — Antica è l'origine di Stigliano, che avea nome Hostilianum, e fu, dicesi, una Terra 0 città munita al tempo dei Goti. Si rinvennero per lo passato, e tuttavia si vanno esumando nel suo territorio, vasi antichi, oggetti di rame e monete. Fn prima un feudo senza titolo, poscia un principato. Dopo altri possessori, al tempo degli Angioini pervenne ai Della Marra. Questi ne ebbero la riconferma nel 1412 da