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La Patria. Geografia dell'Italia
Provincie di Bari - Lecce - Potenza
Gustavo Strafforello
Unione Tipografica Editrice Torino, 1899, pagine 396

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   l'arie Quarta lUlm .Mernliuiulo
   produce vino ed olio squisiti, cereali, legnini e frutta. Ampie e fitte selve con pascoli estesi e gliiandiferi siche hi allevano animali bovini e suini in gian mimerò. Caccia abbondante ed aria saluberrima.
   Cenni sturici. — Ripacandida fu, sotto i Normanni, un luogo di molta importanza fra i feudi detti dei Dodici Giudici, Divenne 411111111 1111 fendo dei Maz./achera duchi di Ca.itelgarangone. Nel lli'.tl un terremoto \i atterro vai i fabbricati.
   Uomini illustri. — Vi nacque il valente giurista Andrea Molfesio.
   Coli, elett. e Dioc. Molli — I'-, 1. e .Str. Terr.
   Mandamento di VENOSA (comprende 2 Comuni» popol. 14.710 ab.). — Territorio in colle e in pianura, bagnato dai torrenti Rendili» e Lampeggiano iullneuti dell'Ululilo e. ferace di granaglie, vino, frutta, ma principalmente di olio rinomato. Loschi e vasti e piagni pascoli con bestiame abbondante.
   Venosa (8105 ab.). Sorge ali altezza di 400 metri sul livello del mare ed a chilometri da Melfi, fra 1 cigliuti e gli uliveti, sopra un colle alle cui falde scorre una fiumara, che credesi il pauper arptae /Jatmns di Orazio. In situazione romantica in mezzo a due valli e in aria salubre, e ( iuta di mura antiche con vie piene di costruzioni medievali, in una delle quali sorge una colonna del sommo poeta Orazio Macco.
   E dacché se ne porge qui il destro, vogliani toccare due parole di questo poeta sovrano. Nacque egli 111 Venosa nel 05 av. C. da 1111 esattore che aveva comperato un poderetto in vicinanza della città dedicando tutto se stesso coll'aver suo all'educazione del futuro poeta. Comecché non dovizioso ei non volle inviare il giovinetto Orazio alla scuola comunale, ove insegnava certo Flavio e dove traevano i figliuoli dell'aristocrazia rusticana. Intorno probabilmente ai dodici anni il padre porto il giovine Urazio a Roma per ricevervi più compiuta educazione. Verso i diciotto anni, essendogli morto il padre, egli si trasferì ili Atene, alla scuola di quei sommi greci che ivi insegnavano. Le guerre civili che seguirono alla morte di Giulio Cesare interruppero i suoi studi. Bruto, i\ 1 recatosi per arruolare la gioventù romana, diede ad Orazio il grado di tribuno militare e il comando d'una legione. Colla battaglia di Filippi terminò la sua carriera militare. Ritornato in Italia, 11011 senza pericolo rientrò in Roma. Tutto gli tu confiscato pel suo abbandono dei principii repubblicani. Ottenuto un posto nelfullieio del questore, da esso traeva magro sostenimento alla gracile esistenza. \ isse in buona stima ed amicizia cogli illustri uomini del suo tempo. Morì otto anni avanti Cristo e eiuipatftesimosetunio dell'età sua, e fu seppellito sull'Esquilino.
   Il Castello. — Le massiccie rovine del castello presso la porta principale della città conferiscono un carattere pittoresco in sommo grado al quartiere ove san situate. 11 castello fu costruito nel 1470 dal duca Pirro del Balzo, il quale pel suo sposfiizio con Maria Donata Orsini, figliuola del duca Gabriele di Taranto aveva ricevuto in dote Venosa. 11 suo nome e lo stemma veggonsi incisi sur una lapide marmorea sopra uno dei ponti soprastanti al fosso. Una scala a chiocciola conduce alla prigione sotterranea snlle cui pareti leggonsi tuttora le iscrizioni dei prigionieri nel secolo XVL Sonvjj inoltre quattro stalle 0 scuderie ciascuna capace ili cinquanta cavalli. Dalla torre occidentale si gode di una superba veduta di monte Vulture e della regione intorno il lago di Lesole. 11 castello, assai ben conservato, non fu mai compiuto ; per mire fortificatorie fu sacrificata l'antica cattedrale sull'altura e il Del Balzo fece edificare la nuova composta come il castello di frammenti di antiche costruzioni.
   L'Abbazia della SS. Trinità. — L'edifizio più notabile in Venosa ed uno de' più interessauti storicamente in Italia, costruito sui ruderi di un anfiteatro romano da Roberto Guiscardo e consecrata nel 1059 da papa Nicolò li. Prima di quel periodo sorgeva sul luogo una chiesa eretta nel 912 sul sito di un tempio d'Imene da Gisoifo principe di Salerno.