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La Patria. Geografia dell'Italia
Provincie di Bari - Lecce - Potenza
Gustavo Strafforello
Unione Tipografica Editrice Torino, 1899, pagine 396

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   Mandamenti e Comuni del Circondario di Lagonegro
   385
   L'annessa chiesa della Trinità e un basso edilizio archi-acuto col portone custodito da due leoni in pietra, e nel piccolo vestibolo sorge una colonna la quale, secondo una superstizione locale, Ita la virtù di stringere in amicizia per la vita coloro che \i girano intorno tenendosi per mano. L'interno, sciupato dalla trascurane e dai cosidetti restauri, contiene le tombe di Roberto Guiscardo e della sua prima moglie Alberada, divorziata da Guiscardo a cagione dei vincoli di consanguineità. La prima tomba, semplice sarcofago marmoreo, in una nicchia nel muro racchiude le ossa di Guiscardo e de'suoi illustri fratelli normanni: Guglielmo Braccio di ferro (1046), Dragone assassinato a Venosa nella festa di San Lorenzo (1Q51), Umfredo suo successore (1057) e Roberto Guiscardo, che morì a Corfn il 17 luglio 1085, ma il cui cadavere fu ripescato dal mare non absque iabor dopo il naufragio della nave che lo portava da Cefalonia sulla costa dell'Apulia. Le reliquie dei grandi fratelli trovarsi così riunite in una sola tomba dirimpetto alla quale sta quella della suddetta Alberada (sposata nel 1048, divorziata nel 1059, morta nel 1112 nell'abbazia della SS. Trinità ov' erasi ricoverata). La tomba dell'illustre suo figlio Boemondo, morto nel 1107, è rammentata nell'epitaffio seguente che leggesi su di essa :
   Guìscardi conjux Alberada hic cùnditur arca;
   Si gciìilum quacris, hunc Cantisinum habcl.
   Sopra 1111 pilastro nella navata sinistra vedesi un ritratto a fresco di Nicolò II coll'iscrizione: l'apa Xicholaus hoc sacrum templum consecravit ML I 111.
   Vicino all'abbazia i monaci Benedettini incominciarono nel secolo XIII una chiesa assai più grande, che rimase incompiuta quando l'abbazia fu data ai cavalieri di San Giovanni (Gioanniii) da papa Bonifacio \ III. L'edifizio ò composto di grossi massi quadrati tolti dall'anfiteatro romano e contiene molte colonne antiche; ina fu trasformato in un vigneto ed è tutto coperto di verzura.
   Catacombe ebraiche. — Furono scoperte nel 1853 poco lungi da Venosa lungo la strada che scende alla fiumara. Sono scavate nel tufo calcare a poca profondità sotto il piano della Maddalena e compongonsi di varii corridoi, il maggiore dei quali, il centrale, è alto metri 2 Va e largo quasi altrettanti. Ài due lati veggonsi cellette di grandezze variabili e da quanto fu sinora sgombrato argomentasi che le catacombe avevano la lunghezza di circa un chilometro.
   Nelle pareti del pari che nel pavimento dei corridoi veggonsi molti loculi o nicchie di varie grandezze, le quali sono chiuse con larghi mattoni piatti o tegole cementate, sopra alcune delle quali veggonsi iscrizioni o rozzamente dipinte o scolpite in ebraico, in latino o in greco. Di queste iscrizioni ventiquattro sono ebraiche col candeliere a sette branche ed un colombo col ramoscello d'ulivo per dimostrare che i sepolti erano ebrei, mentre quattro iscrizioni ebraiche sulla cattedrale di Venosa con sopra una croce credesi attestino che i sepolti eransi convertiti al Cristianesimo. Le iscrizioni greche e latine sono scorrette, più corrette le ebraiche; consistono generalmente in una preghiera pel riposo del defunto.
   L'assetto di queste catacombe dimostra ch'esse furono scavate per una necropoli. A Lavello, che troveremo più qua, furono anche rinvenute, nel secolo scorso, iscrizioni ebraiche; ed altri cimiteri ebraici furono scoperti, nel 1854, ad Oria (l'antica Byrìd) nella provincia di Lecce, circondario di Brindisi.
   L'esistenza degli Ebrei nell'Apulia e nella Calabria nel IV secolo è ricordata nelle carte contemporanee e segnatamente in un decreto dell'imperatore Onorio del 398: Vacillare per Apulìam et Calabriam plurimos ordines civitatum eomperimus quia Judaicae superstitionis sunt (Cod. Theod., XII, 1, 158). Ma l'uso della lingua ebraica, parlata appena nell'Europa occidentale prima del secolo X, parrebbe dimostrare che queste tombe, o ad ogni modo le iscrizioni sopra di esse, sono di data posteriore.
   157 — 1<» Patria, voi. IV.