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La Patria. Geografia dell'Italia
Provincie di Reggio Calabria - Catanzaro - Cosenza
Gustavo Strafforello
Unione Tipografica Editrice Torino, 1900, pagine 258

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   Calabria
   5
   Paolo Diacono, nel secolo YIII, adopera sempre il nome di Calabria nel senso romano: ma l'uso degli scrittori italiani dei secoli X e XI è variabilissimo e noi troviamo Costantino Porli rogenìto, del pari che Lnitprando di Cremona nel secolo XII, che applicano il nome di Calabria ora indeterminatamente a tutta l'Italia meridionale, ora alla penisola Brumài particolare. Uopo la conquista normanna il nome di Calabria pare fosse stabilito definitivamente nel suo senso odierno, vale a dire, come applicato soltanto all'estremità meridionale d'Italia, all'antico Bruzio.
   La Calabria antica non è bagnata da alcuna corrente che ineriti il nome di fiume nel senso ampio della parola. Plinio fa menzione d'un fiume sulla costa settentrionale a cui dà il nome di Japìge, la cui situazione è ignota affatto; un altro, a cui dà il nome di l'azio (i'actius), scorreva (come apprendiamo dalla Tavola, ove il nome è scritto Pastini»1 fra Brundusìum e Baletimu e corrisponde probabilmente al moderno canale del Cefalo, eli'6 un piccolo corso d'acqua. Sulla costa meridionale i due fiumicelli in vicinanza di Taranto, detti il tìaleso e il Taro, quantunque assai più rinomati, sono poco più notevoli.
   Dice Strabone che la penisola Japigia conteneva, nei tempi della sua floridezza, tredici città ; ma ch'esse erano tutte scadute ai dì suoi e ridotte a borghi, eccettuati Brundusìum e Tarenium. Oltre queste due importanti città principali troviamo le minori seguenti ricordate da Plinio, da Tolomeo e da altri, il luogo delle quali si può determinare con certezza.
   Incominciando da Brundusìum e procedendo a sud, al promontorio Japigio stavano Balctiuw, Lupiae, lìudiae, Uydruntum, Cast rum Minervae, Basta e Veretum. Vicino al promontorio era vi una piccola città detta Leuca, donde il nome moderno di Capo di Santa Maria di Leuca (con la punta Ristola) dato all'estremità dell'antico promontorio Japigio. Da questo verso Taranto troviamo, o sulla o presso la costa, Vxenlum, Alctium, Callipolis, Neretum e Manduria.
   Nell'interno, sui confini dell' Apulia, stavano Caelia e, sulla strada da Taranto a Brindisi Ihjria od Uria, antica capitale dei Messapii A sud di essa, e sempre nel] interno, eranvi Soletum, Stnrnìam e Fratuertium ; Bauta o Baubota (lì^uora), citata soltanto da Tolomeo quale una città interna dei Salentini, fu collocata per congettura a Parabita. Carbina, per supposizione del Romanelli., è l'odierna Carovigno. Salienti«, mentovata soltanto da Stefano Bizantino, è ignota affatto ed è assai dubbio che esistesse mai una città di tal nome. Messapia, secondo i topografi italiani, sarebbe la odierna Mesagne (provincia di Lecce, circondario di Brindisi); ma è assai dubbia la correttezza del nome. Le due città di Mesochoran e Scarnimi», collocate dalla Tabula Peutingeriana sulla medesima linea stradale, ei parrebbe, dalle distanze assegnate, corrispondano agli odierni Grottaglie e Latiano. 11 Portus Sasina, indicato da Plinio come il punto in cui la penisola era più angusta, fu supposto essere Porto Cesareo, fra Taranto e Gallipoli; mentre Portus Tareutinus, posto dallo stesso autore fra Brindisi e Otranto, fu identificato con un lago salso a nord di Otranto, detto L'imene; la Statio MìUopue pare fosse nella medesima vicinanza, ma il luogo assegnatole a Torre di San Cataldo è meramente congetturale.
   Le uniche isole sulla costa cai atra sono alcune roccie immediatamente all'ingresso del porto di Brindisi, una delle quali, dicesi, avesse nome Barra, e due isolotti rocciosi un po' più cospicui a circa 7 chilometri dal porto di Taranto, detti anticamente Chocrades ed ora Isole di San Pietro e San Paolo.
   Le sole antiche linee stradali nella Calabria erano: una che conduceva da Brindisi al promontorio Japigio o Salentino, con altra da Taranto allo stesso punto, ed ima linea transversale da Brindisi direttamente a Taranto. La prima pare fosse ima continuazione della via Trajana e fu probabilmente fatta costruire dall'imperatore di questo nome. Procedeva da Brundusìum, a traverso Lupiae, ad Hydruntum e di là,