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La Patria. Geografia dell'Italia
Provincie di Reggio Calabria - Catanzaro - Cosenza
Gustavo Strafforello
Unione Tipografica Editrice Torino, 1900, pagine 258
Calabria
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importante, del pari elio delle granaglie, del riso, dello zafferano, dell'anice, della liquirizia, della robbia, della canapa, del lino e delle frutta. Anche la seta calabrese c assai pregiata.
Nò la Calabria è men doviziosa di bestiame ovino e bovino e principalmente rinomata è la sua razza cavallina. Tonni, murene ed anguille agitatisi nelle marine. A Reggio Calabria si pesca la pinna marina, specie di conchiglia, con la cui fine lanuggine si tesse una stoffa simile alla seta, leggierissima, ma che schermisce ciò nonpertanto dal freddo. Le miniere somministrano salgemma e solfo, le cave producono caolini, pietre comuni e da taglio, ecc.
Dei Calabresi, con poco riguardo ai Napoletani che pone loro in confronto, così vien ragionando il francese F. Lenormant nella sua opera La Grande Grece (Parigi 1881): < Nonostante la cattiva riputazione che trasse loro addosso il brigantaggio (di cui tratteremo più innanzi), i Calabresi formano lina buona ed onesta popolazione, la quale non è contaminata dalla bassa depravazione del Napoletano propriamente detto. E ancora un po' selvatica e serba ancora alcunché di violento e di feroce; i costumi sono aspri ma semplici e schietti. Questa popolazione ha potuto dare dei briganti e ne darà forse ancora, dacché grande è la seduzione dellavita del re delle montagne, ma almeno non vi s'incontrano scrocconi e furfanti come a Napoli. I caratteri sono fieri e leali in Calabria; ninni bassezza nell'atteggiamento e nel linguaggio, un'espressione virile e schietta, accompagnata ben ò vero da uno sguardo un po' fiero, ina nò losco ne dissimulato. Invece della loquacità interminabile e rumorosa, dell'esuberanza dei gesti, delle dimostrazioni esagerate del Napoletano, il Calabrese è anzichenò taciturno e serba nelle sue maniere una gravità contenuta ed una dignità di attitudine che rammenta gli Orientali. È 1111 lavoratore infaticabile ed un eccellente soldato sotto le bandiere. Arrogi l'ospitalità degna dei tempi patriarcali ed avrai un ritratto compiuto, che altri potrà forse credere lusinghiero, ma che 11011 è che vero ».
E Matteo De Augustinis, nel precitato Ann. Geogr. ItaI. del Iianuzzi (1845): < Le abitudini e i misfatti dei Calabresi sono in armonia con la sua natura; la sua vita non ha riposo, ne è poi altrimenti della sua persona; la sua statura è mezzana, la agilità grandissima, bruna e contratta la fìsoiiomia, nero l'occhio e scintillante. Aspro di modi, inciso nella favella, vorrebbe esser compreso senza parlare ed a volo e perfettamente ubbidito e secondato; alla seconda parola, al primo movimento il sangue gli bolle e la bile si altera e stravasa
< Le città odierne dei Calabresi — scrive Eliseo Reclus nella sua bella Géographie Universelle (voi. I, p. 52fi) — sono quasi insignificanti al paragone delle antiche città della Magna Grecia. Rossano, prossima alle rovine dell'antica Sibari, è un piccolo capoluogo di circondario presso Capo Trionfo, visitato soltanto dai bastimenti di piccolo cabotaggio; Cosenza, situata nella bassa valle del Orati, alle falde delle montagne selvose della Sila, comunica con Napoli e Messina per mezzo del porto di Paola; Catanzaro, ricca d'olio, di seta e di frutta, invia le derrate delle sue campagne da una parte pel golfo di Squillace (lungo il quale Annibale erasi posto a campo) e dall'altra parte pel porto di Pirro, all'estremità, meridionale del bel golfo di Sant'Eufemia; Reggio, la bella, rannicchiata fra gli aranceti e i frutteti, alle falde dell'Aspromonte, è la città più importante dei Calabresi, Edificata in faccia a .Messina sull'orlo dello Stretto, non poteva non prendere una parte ragguardevole al movimento di navigazione che passa per la porta centrale del Mediterraneo, aperta fra il Tirreno e il -Tonio. Reggio e Messina si completano vicendevolmente: la prosperità dell'una coadiuva quella dell'altra ».
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Nella partizione dell'Impero romano sotto Costantino la Calabria fu aggregata all'impero d'Oriente e la sua storia incomincia a un incirca con la calata in Italia dei