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La Patria. Geografia dell'Italia
Provincie di Reggio Calabria - Catanzaro - Cosenza
Gustavo Strafforello
Unione Tipografica Editrice Torino, 1900, pagine 258

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   Mandamenti c Comuni del Cirenmlario    227
   Cenni sforici. — La maggior parte dei luoghi abitati — scrive il Lenormant nella Grande Grèce — intorno alle falde del cerchio di montagne che contornala pianura di Sibari sul pendìo apenninico, donde scendono gli affilienti del Coscile e del Orati da Castrovillari a Afontalto, occupa il luogo di antiche borgate di Pelasgi, Enotrìi ellenizzati sotto il dominio di Sibari ed occupate in seguito dai Brnzii.
   Or fa ,G anni fu scoperta a Sant'Agata una scure di bronzo, o, più esattamente, di ottone (di oricalco come dicevano gli antichi) con una dedica greca composta di due versi tracciati con la forma alfabetica in uso nelle città achee nel VI secolo prima dell'ira cristiana. Quest'antichissima iscrizione dice: < Io sono sacra a Ilera (Giunone) della pianura; è Tinisco capo dei Veriani che mi ha dedicato come prodotto di una decima ».
   Noi abbiamo qui il nome della tribù enotria sottomessa a Sibari che occupava la odierna Sant'Agata, e la designazione geografica di Eron o Veron che ne risulta, devesi forse avvicinare a quella di Erimon registrata eia Stefano di Bisanzio, secondo Ecateo, come il nome di una città degli Enotrìi.
   Nei tempi moderni Sant'Agata era un feudo dei Caraffa. Coli, elett. Castrovillari — Dioc. S. Marco Arg — P3 e T. locali, S!r. ferr. a Belvedere Marittimo.
   Mandamento di SPEZZANO ALBANESE (comprende 4 Comuni, popol. 9984 abitanti). — Territorio in colle e in piano nella parte sud-est del circondario, bagnato dai fiumi Esaro, Coscile e Follone, fertile in granaglie, olio, vino, frutta di varie specie e abbondante di pascoli. Vi si estrae in copia radice di liquirizia Bestiame abbondante, principalmente il suino.
   Spezzano Albanese (3853 ab.). — Giace all'altezza di 292 metri sul livello del mare, di cui gode la vista e da cui dista 20 chilometri, a 22 da Castrovillari e a G dalla linea ferroviaria che dalla stazione ili Sibari sale a Cosenza. E sparso su varie colline in aria salubre, con parecchie chiese, la maggior parte delle quali ampie e di buona architettura. Varie case private hanno aspetto elegante e molte comodità internamente. Torchi da olio, molini a vapore, negozianti di cereali, di coloniali, di tessuti, di bestiame, banca, ecc.
   Acque minerali. — Vi sgorga una sorgente minerale salina che ha la temperatura di 24 gradi; ò poco abbondante e pigliasi per bevanda come purgante tonico deostruente e risolvente in generale.
   Cenni storici. — Come rilevasi dal nome, Spezzano è un'antica colonia di Albanesi che seguono il rito greco. Il loro tipo etnico è ancora assai ben conservato, e vanno distinti dalla popolazione piccola e bruna, che li attornia, per l'alta statura, i capelli biondi, i filiti baffi, gli occhi azzurri e i lineamenti scolpiti. Parlano ancora fra di loro un dialetto dell'Albania centrale, che tende a scomparire ogni dì più.
   Spezzano Albanese, passato già sino dal 1G22 dalla signoria del principe di Bisignano a quella detestata degli Spinelli di Cariati, principi di Tarsia, nel 1GG8, per la prepotenza del principe Vincenzo Spinelli e per le mene di Carlo Spinola, arcivescovo di Rossano, fu costretto ad abbandonare la religione degli avi. La bolla pel cambiamento di rito e di papa Clemente IX in data 3 agosto 1GG7. La popolazione di Spezzano sommava allora a 1000 abitanti, e al principio del secolo nostro sommava già a 2000.
   All'arrivo dei Francesi nel reame di Napoli nel 1S08, Spezzano, abborrente dalla tirannia feudale, parteggiò per costoro. Nò lo trattennero le bande brigantesche che, accentrandosi nel vicino monte di San Salvatore, formarono un corpo di parecchie migliaia, sgominate però a! primo cozzo dal generale Massella. Ciò gli procacciò parecchi vantaggi: nel 1807 divenne capoluogo del circondario che comprendeva allora anche Rogliano; fu dotato dima strada rotabile principiata sotto il governo di Gioacchino Marat ed ultimata nel 1824, ed ottenne finalmente una lauta porzione di possedimenti feudali.