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La Patria. Geografia dell'Italia
Provincie di Reggio Calabria - Catanzaro - Cosenza
Gustavo Strafforello
Unione Tipografica Editrice Torino, 1900, pagine 258

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   Mandameuli e Comuni ilei Circondario di I'aola
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   elio continuarono a rimanere sotto l'impero di Iioina, quantunque Plinio la chiami semplicemente lactts Clantpetiae, cotalcliò la non era più a' dì suoi una città municipale. Apprendiamo da Stefano Bisantino che la forma greca del nome, adoperata da Polibio, era Lampetia, e non vi può esser dubbio che il promontorio detto, da Lico-frotte Lampetes, era connesso ad essa, quantunque paia cli'ei lo descriva come il capo settentrionale del golfo Ipponiano (ora golfo di Sant'Eufemia). Non havvi infatti promontorio meritevole di questo nome presso Arriantea, per essere la costa quasi in perfetta linea retta dalla foce del fiume Pao al capo Snvero, a 23 chilometri a sud di Amantea, il quale capo forma il contine settentrionale del golfo di Sant'Eufemia, ed è probabilmente il suddetto Lampe te di Licofrone.
   Tornando all'istoria di Amantea, soggiungeremo ch'essa fu spesso devastata nei primordi! del medioevo dai Barbari provenienti dalla Sicilia, sì che rimase quasi spopolata. Verso la line del secolo XV e sul principio del successivo oppose resistenza alle truppe di Carlo Vlil e di Luigi XII. Nel 1630 i suoi abitanti non vollero ricevere qual feudatario Gr. B. Ravaschieri, principe dì Belnionte, al quale era stata venduta al prezzo di 40.000 ducati dal viceré duca di Alcalà per i bisogni della guerra di Lombardia. Il neo-feudatario tentò prenderne possesso con un corpo di 600 fanti e 200 cavalli; ma gli Annuitesi insorsero, chiusero le porte della città, si difesero strenuamente ed inviarono Orazio Baldacchini ili Ispagna, per ricordare a Filippo IV che la città era passata sotto Alfonso l al l!. Demanio. E Filippo fece loro ragione il 17 dicembre del 1631. Negli anni 1637 e 1638 fu sconquassate dal terremoto.
   Amantea va rinomata nell'istoria moderna per gli assedii che sostenne nel 1806 contro i Francesi, quando parecchi dei piccoli porti lungo la costa furono occupati dai Regii forniti d'armi e munizioni dall'inglese sir Sidney Smith. La città e la fortezza sorgono sopra un'alta rupe sulla marina; tre Iati di essa sono protetti dalle rupi ed il quarto, da vecchie mura con due deboli bastioni. 11 colonnello Mirabelli, nativo di Amantea, la difese con un pugno di soldati e tre cannoni. Il generale francese Verdier investì, nel dicembre del 1806, la città con 3200 soldati, con cannoni ed obici, tentando dare la scalata alle mura; ma, respinto sempre, e vedendo non gli bastare nò gli assalti uè le sorprese, levò l'assedio e tornò scorato ed assetato di vendetta a Cosenza.
   < Ma finito il dicembre — narra il Colletta — il Verdier, più forte, meglio provvisto di macchine, ritornò agli assalti, conducendo dalle sue parti il colonnello Amato, pure cittadino di Amantea, congiunto e da fanciullezza compagno ed amico al Mirabelli, al quale, giungendo al campo, amorevolmente scrisse e questi amore voi mente rispose, Putì l'altro tentandosi, l'Amato con esaltare l'amor di patria, il Mirabelli la virtù della fede, ed in entrambi prevalendo l'onore, durarono, nemici no, ma contrarii.
   < Si alzarono intanto parecchie batterie contro il castello e, dopo alcuni giorni di fuoco, aperta la breccia, fu ben quattro volte assalita e difesa. Cangiò modo all'assedio: avanzando sotterra fu minato un bastione che allo scoppio rovinò; e quando pareva certa la vittoria, perchè inevitabile l'entrata, fu visto che altre fortificazioni, novellamente costrutte, impedivano il passaggio. Più vicina la guerra, fu più micidiale; ora l'arte degli assalitori prevaleva al valor disperato degli assaliti e or questo a quella. Ma soprastava la faine ai Calabresi, e solo per essa il piccolo castello di Amantea, munito di tre rosi cannoni, difeso da inesperti partigiani, assalito da fortissime schiere con le migliori arti di guerra, dopo quaranta giorni dì assedio (senza tener conto del primo assalto), a patti onorevoli si arrese. I presidii tornarono in Sicilia come prigioni per un anno e un giorno ».
   Coti, elett. Paola — Dioc. Nicotera — P2, T., Str. ferr. e Scalo marittimo.
   Belnionte Calabro (4105 ab.), — All'altezza di 227 metri sul mare, da cui dista poco, a 4 chilòmetri a nord da Amantea e a 25 a sud da Paola, in alto e ubertoso colle con
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