(30
Parte Quinta — Italia Insulare
Codesti monti dividono il territorio della provincia palermitana in due displuvii
0 pioventi: il settentrionale, solcato da brevi e rapidi corsi d'acqua, e il meridionale, da fiumi di maggior lunghezza ed importanza.
I monti principali della provincia sono: monte Antenna (1975 m.), Salvatore (1910 m.), Scalone (1695), pizzo CatlerenescA (1660 m.), pizzo di Jago (1656 m.), Castellaro (1656 ni,), Bocca Busambra (1615 m.), Barafò (1140 m.), Uose (1456 m.), pizzo di Pilo (1384 ni.), San Calogero (1325 m.), Serra del Lione (1316 m.), Cordellia (1265 m.), Matazzaro (1250 m.), pizzo jSuovo (1229 ni.) e monte Aguzzo (1050 m.) che ergesi scosceso nella valle angusta di San Martino Trovasi alle sue falde l'ex-convento di Baida, sopra del quale, nel luogo detto VAbbeveratoio, sciandosi una grotta rinomala per le sue stalattiti delle quali alcune sono si compatte che si possono levigare perfettamente.
In vicinanza di Palermo sorgono monte Cuccio (1050 m.), Castellacelo (959 m.), Corno Gibelliformi (537 ni.), monte Gallo, monte Grifone, ecc. Primeggiano fra i pianori Valle dei Fiori (370 m.), monte di Palmita (600 ni.) e monte Pellegrino (600 m.) presso Palermo.
Idrografia. — Andando da est a ovest incontratisi nella provincia palermitana
1 seguenti fiumi:
II Pollina, che nella parte superiore piglia anche il nome di torrente Calabro, ha origine nei fianchi del monto Cosimana, a greco di Polizzi Generosa e dal monte Antenna-Ganci; scorre in quella direzione; lascia Castelbuono e il monte della Misericordia sulla sinistra e va a gettarsi in mare a due chilometri circa a est dal capo Rasigelbi dopo un corso di 30 chilometri, con doppia foce, in letto abbastanza largo tra i monti che lo fiancheggiano. S'ingrossa di tre affluenti fra cui il Pollina che gli dà il nome e separa il circondario di Mistretta da quello di Cefalù.
Il Malpertuso, poverissimo d'acqua che versasi, dopo breve corso, nel Tirreno.
L'Bnera settentrionale, o Fiume Grande, che scende dal monte San Salvatore (propriamente dal Piclora nel gruppo del San Salvatore) nelle Madonie, passa presso Polizzi, si lascia a destra il monte Madonna (807 ni.) e va a scaricarsi nel Tirreno, fra Termini e Cefalù, dopo un corso di 45 chilometri. Esso fu considerato come limite tra vai di Mazzara e vai Demone.
Il Torto, grosso torrente anzi che fiume, piglia origine nelle Madonie nel circondario di Termini Imerese, e mette foce nel Tirreno, fra questa città e il suddetto fiume Grande, dopo un corso di circa .38 chilometri. Anche il Torto è in alcuni documenti riguardato come il limite delle due valli sopra citate.
Il San Leonardo o Fiume dì Termini, l'antico Imera, secondo il Cluverio, che nasce dal colle Gemelli in vai di Mazzara, scorre a levante sotto il nome di fiume S. Giuseppe, per 16 chilometri; poi cangia il nome in quello di S. Leonardo; volge a greco intorno alle falde del monte S. Caterina, che lascia sulla sinistra; confluisce sulla destra col fiume Gentosalme, col Margana, col Maragnone e col Macaluso e va a scaricarsi presso Termini Imerese, che lascia sulla riva destra.
Il fiume di Termini ha un corso di oltre a 30 chilometri incassato per lo più fra scoscesi monti, fra cu dominano la serra di Cirnina, il pizzo d'Inferno e molti altri adiacenti; esso raccoglie tutte le acque dei monti fra Gastronuovo e Corleone.
Il fiume Milìcia o di Altavilla, il San Michele e il Ficarazzì — formato da molti