(30
Parte Quinta — Italia Insulare
e sono pure di origine marina, come argomentasi chiaramente dalla quantità e giacitura delle loro roccie formate quasi esclusivamente da due gradazioni di calce carbonata e compatta, che giunse in alcuni luoghi sino alla cristallizzazione ed alla consistenza della sublamellare e del inarmo e dagli ammoniti ed echinidi ed altri avanzi fossili di conchiglie marine che tutte quante racchiudono.
Nude roccie, tuttoché pittoresche e piacenti allo sguardo, sulle vette degli alti monti e in tutto quasi l'isolato monte Pellegrino, nelle quali vegetano stentatamente VArundo ampelodesmos, lo Spartium spiuosum e il Junceum, l'Erica multiflora ed altre siffatte piante; ma le falde e le coste, dove il lavorìo incessante delle acque, dopo che emersero dal mare, e la mano dell'uomo le hanno fertilizzate, tutte coperte e ridenti di ulivi, di viti, di mandorli, di agrumeti, di piante sub-tropicali.
Nell'interno della provincia dominano per altro le formazioni terziarie, rappresentate da calcari diversi, da marne e da argille, nè vi manca il terreno solfìfero ne' dintorni di Giminna e di Lercara Friddi.
Presentemente il mare, ritiratosi a poco a poco pel sollevamento progressivo delle terre, si addentra appena qua e là fra esse incurvandosi nei piccoli seni di Sferracavallo e di Mondello, fra il monte Pellicini e il monte Gallo, e fra questo e il Pellegrino a manca; e quindi appiè di quest'ultimo a nord della città, dove, chiuso in parte dal Molo, serve di porto e di ricovero ai bastimenti; e più oltre, sotto le mura della città stessa, nel picciol porto pei legni minori detto Cala.
Era questa in addietro la foce dell'antico porto, il quale, addentrandosi infra terra ed essendo riputato il migliore della Sicilia, come lo chiama Diodoro (xxu, 10,4), diede il nome, sotto i Greci, alla città di Palermo dalle voci to*v (tutto) e ^jws: (porto) ossia Panormos, quasi volesse dir tutto porto.
Coste. — La situazione di Palermo gareggia quasi in bellezza con quella di Napoli e la sua bella baia porge un eccellente ancoraggio.
La costa della provincia ha principio al capo Rasigelbi e stendesti sino a Balestrate nel golfo di Castellammare al confine con la provincia di Trapani.
I capi principali lungo la costa, incominciando dal contine con Trapani, sono : il capo Rama, la punta dell' Uomo Morto, il capo Gallo, il capo Mongerbino, il capo Zaffarana, il capo Mandre e il capo Plaja.
La costa è frastagliata, ricca d'insenature e di rade, ma povera dì porti, fra i quali son da citare il picciol porto di Cefalù, con scalo, il bel porto di Termini Imerese, ultimato non ha molto, il golfo e il porto magnifici di Palermo.
Prodotti, — Il suolo della provincia di Palermo si può considerare diviso in tre zone distinte: della montagna, che occupa circa un quinto della provincia (chilometri quadrati 1017.B8) ; del colle, che ne occupa la maggior parte (chilometri quadrati 3560.84); e la zona marittima, più ristretta, come quella che ha soltanto una superfìcie di 508.G9 chilometri quadrati.
La coltivazione è in senso inverso: ottima, accurata, opulenta nella zona marittima, media nella collinosa e quasi nulla nella montana ov'è un'estensione di terreno interamente infruttifero di 7G3.03 chilometri quadrati.
U&r tesissima è il territorio e produce biade di ogni sorta, mais, buoni vini, olio d'ulivo squisito, olio di lino, frutta saporite, agrumi, pistacchi, mandorle, cotone, lino, canapa, manna, soinmacco, regolizìa, noci di galla, ecc. Un etiare ad agrumi