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La Patria. Geografia dell'Italia
Sardegna. Corsica - Malta - I mari d'Italia
Gustavo Strafforello
Unione Tipografica Editrice Torino, 1895, pagine 463

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   Sardegna 7
   Il grande svantaggio della Sardegna, nei tempi antichi come nei moderni, fu ed è l'insalubrità del suo clima. Ad essa alludono reiteratamente gli antichi scrittoli e pare ottenesse fra i Romani una notorietà quasi proverbiale. Mela (11, 7, § 19) la dice soliquam coeìi melioris, atque ut foecunda ita pene pestilens; Strabone dice
   10 stesso a un dipresso e Marziale (ìv, GO) allude al suo clima come il più micidiale ch'egli conosca.
   Non vi può essere dubbio che ciò derivava principalmente dall'esistenza di vasti stagni e lagune lungo la costa e presso le foci dei fiumi; e, come queste trovavansi e si trovano naturalmente adiacenti alle pianure, erano precisamente le porzioni più fertili dell'isola quelle che più soffrivano per la malaria.
   I tratti più elevati e montagnosi nell'interno andavano senza dubbio, allora co m'orai immuni da questo flagello, ma non erano abitati che da tribù selvaggie e visitati raramente dagli abitanti più colti delle pianure e delle città. Quindi il carattere d'insalubrità era naturalmente applicato all'intiera ìsola.
   If.
   Topografia antica della Sardegna.
   Dei molti gioghi o piuttosto gruppi di montagne della Sardegna il solo nome antico, che ci fu tramandato, è quello degli Insani mnntes (I.iv., xxx, 39) ed anche di questi non è facile determinare con accuratezza la situazionei il nome fu applicato apparentemente alle montagne nel nord e nel nord-est dell'isola, le quali par fossero considerate (quantunque erroneamente) come più elevate di quelle più al sud, cotalcliò l'insalubrità della por/ione meridionale dell'isola fu attribuita popolarmente alla preclusione dei freschi venti nordici per mezzo di questa catena di alte montagne.
   Per la sua estensione e configurazione la Sardegna non poteva possedere alcun fiume ragguardevole I principali erano il Thgfsus (Tirso), che nasce nelle montagne nel nord-est dell'isola e corre al golfo d'Oristano sulla costa ovest; il Sader flutnus (detto ora fiume di Pabillonis), che scaricasi nell'istesso golfo; il Tennis o Tèrmus (detto sempre il Temo), ch'entra in mare presso Bosa, a nord del Tirso; il Caedrìus (ora fiume di Oroseij sulla costa est e il Saeprits (ora fiume Klumendosa) nella porzione sud-est dell'isola. Non ci pervenne il nome antico del Rio Manmi che corre al golfo di Cagliari presso la città di questo nome, quantunque sia per lunghezza di corso il secondo fiume dell'isola.
   Tolomeo (ut, 3) ci ha conservati i nomi di alcuni dei promontori e capi più importanti dell'isola di Sardegna, per la natura e configurazione della quale si possono con poca difficoltà identificare per la maggior parte.
   II punto più settentrionale dell'isola dirimpetto alla Corsica era il promontorio di Errebantium, ora detto la punta Falcone o Longo Sardo. 11 punto nord-ovest, formante il confine occidentale di un'ampia baia, detto ora golfo dell'Asinara è
   11 Gordìanum Promontorium di Tolomeo: dirimpetto immediatamente ad esso giace l'isola dell' Asinara, Vllerculis Insula di Tolomeo e Plinio ed una delle più considerevoli fra le piccole isole, che ricingono la Sardegna. Questo promontorio forma l'estremità nord della catena di montagne chiamata monti della Nurra: