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La Patria. Geografia dell'Italia
Sardegna. Corsica - Malta - I mari d'Italia
Gustavo Strafforello
Unione Tipografica Editrice Torino, 1895, pagine 463

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   Sardegna
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   Il terreno è feracissimo di granaglie, legumi, vino, frutta, ecc.; legname in quantità per essere il 20 per cento del territorio coperto di boschi. Cavalli piccoli, ma resistenti alla fatica, vispi e ben formati; capre, pecore, maiali, cani, ecc., in gran numero.
   Esposte così per sommi capi le generalità della Sardegna, scendiamo ai particolari.
   1. Montagne e Pianure. — Innanzi tutto, la metà orientale della Sardegna differenziasi dall'occidentale: a est le aspre, malagevoli, selvose montagne granitiche della Gallura e della Barbargia, rifugio, sin dai tempi dei Cartaginesi e dei Romani, dei perseguitati e condannati, ed ora la macchia di alcuni banditi Nella Gallura, intieramente granitica, e i cui contrafforti settentrionali mettono capo nelle Bocche di Bonifacio, la montagna più alta è il monte Limbara (1359 m.) a sud di Tempio. Dividasi in Gallura montana e Gallura marittima.
   Nella Barbargia a sud i varii gioghi raggruppansi nel punto culminante dell'isola, i monti del Gennargentu coperti sino al luglio di neve, che non si squaglia intieramente se non verso la fine di ottobre. La porzione settentrionale della Barbargia è occupata da ampie pianure granitiche; tal si è l'ampio e poco abitato bacino sorgentifero del Tirso, confinato a est verso la costa dalla lunga cresta di monte Alvo (1128 m.) presso Orosei, e a ovest dal monte liasu (1258 m.) che continua a sud-ovest nella catena del Marghìne verso Macomer,
   A sud del monte del Gennargentu la catena granitica si contrae in un piccolo e basso giogo, il quale s'incurva a est di Cagliari nel monte Serpeddì (1070 m.) e nei Sette Fratelli (1001 m.), e termina nel promontorio sud-est dell'isola, nel capo Carbonara.
   Un carattere diverso affatto osservasi nella metà occidentale dell'isola: bassi-piani estesi, colline spianate e numerosi coni vulcanici contraddistinguono qui il fertile territorio. Basse pianure, in cui s'incavano i fiumi in letti angusti, occupano la parte nord-ovest, la regione fra Sassari, x\lghero e Bosa: i pascoli vi si alternano con i vasti oliveti, con campi opulenti e vigneti.
   Da questa regione collinosa al bassopiano d'Alghero, Porto Torres, l'angolo più a nord-ovest dell'isola, è separato da una piccola catena, la Nurra; l'estremità meridionale, sporgente molto in mare, di questo giogo isolato, si biforca ai due lati di Porto Conte, porto tranquillo, profondo e protetto pienamente dai venti; l'estremità nord è continuata dall'isola Asinara, la quale racchiude a ovest l'ampio golfo omonimo.
   A sud di Bosa ergesi dal mare il maggior vulcano dell'isola, il suddetto monte Ferru; separato perfettamente da tutti gli altri monti, s'alza, uniforme anzichenò, da ogni lato, in cono piano, non dissimile al monte Albano di Roma; a nord e ad est, espandonsi le sue correnti enormi di lava, formando le grandi pianure di Palili Latino e di Campeda.
   Verrà forse il giorno che questo vulcano, ora estinto, si ridesterà come, nel 79 di C., il Vesuvio dopo un sonno di migliaia d'anni, minacciando, con nuove eruzioni, di distruzione le umane abitazioni e le colture affidate a questo suolo infido.
   Alla falda meridionale di questo vulcano poderoso incomincia il maggior basso-piano della Sardegna, il Campidano, il quale, dalla costa ovest presso Oristano, stendesi per sud-est alla costa sud verso Cagliari, perfettamente piano, coperto di
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