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La Patria. Geografia dell'Italia
Sardegna. Corsica - Malta - I mari d'Italia
Gustavo Strafforello
Unione Tipografica Editrice Torino, 1895, pagine 463

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   Parie Quinta Itali/» Insulare
   lagune, paludi e di campi per una lunghezza di 100 chilometri e una larghezza da 10 a 20.
   Il Campidano è la parte più fertile della Sardegna: il pingiu suolo alluviale produce buoni vini, grani, biade, alberi fruttiferi d'ogni genere, mandorli in gran ninnerò, e, sotto la protezione del monte Ferru suddetto, i rinomati aranceti di .Milis.
   Queste fertili pianure noti producono, a dir vero, quel che potrebbero e dovrebbero, se fossero bonificate, come più avanti diremo, e ciò è attestato dalla scarsa esportazione di granaglie, mentre il Campidano empiva anticamente i granai di Roma Ampli tratti giacciono perfettamente incolti; basse fratte e lussureggianti asfodeli coprono, per ore ed ore di cammino, le steppe; le maggiori lagune dell'isola espandono qui i loro melmosi bacini, nidi di febbri micidiali. La metà appena dell'intiera pianura è coltivata e la coltivazione è tutt'altro che razionale. I Sardi, m generale, fanno ancor uso dell'antico aratro romano, mal congegnato e piccolo, le cui singole parti portano sempre nomi latini, e del rozzo carro a buoi romano (Plaustrum), e concimazioni se ne fanno pochissime.
   Fra questo grande bassopiano del Campidano e il giogo della Barbargia trovasi la fertile regione a colline della Trexenta, confinata a nord-ovest dal monte Arci (838 ni.) presso Oristano.
   11 Campidano, per ultimo, separa pienamente dal corpo dell'isola la porzione sud-ovest, i monti d'Iglesias e di Sulcis. Codesti monti, di facile accesso, stendonsi paralleli al bassopiano da capo della Frasca, l'angolo meridionale del golfo di Oristano, a sud-est nel capo Sparlivento. accompagnato dall'angusta pianura litoranea di Palmas. 11 Campidano s'addentra qui da est con un braccio nei monti più presso Iglesias, dividendo così un giogo settentrionale col monte Linas (1236 m.) e il monte Arcuentu (di 781 m.) da un giogo meridionale, i monti di Sulcis, i quali terminano nella punta Severa (980 ni.). Codesti gioghi d'Iglesias e di Sulcis son quelli che racchiudono principalmente nei loro scisti e nei calcar i ricchi filoni minerali della Sardegna.
   2 Golfi, Capi e Porti. — La Sardegna è ricca di golfi e porti eccellenti. Sulla costa sud espandesi il bel golfo duplice di Cagliari fra due montagne sporgenti ai due lati. La città, capitale dell'isola, situata presso la collina del prominente capo Sant'Elia, ha una posizione favorevolissima al commercio con Tunisi e Algeri, con la Sicilia e con Napoli per mezzo di linee di vapori; l'ampia rada e il nuovo porto, interno, munito di moli e di darsene, son sempre pieni di bastimenti di ogni paese.
   L'antica città romana di Carolis aveva, ben è vero, assai maggiore importanza dell'odierna Cagliari, ma quest'ultima può, coli'andar del tempo, risorgere. La seconda città commerciale romana, Silici, giaceva sull'isola Sant'Antioco, detta allora Plumbea Insula, perchè vi si imbarcava il minerale estratto dal giogo di Sulci. La traversia del golfo e porto di Cagliari è coi venti di mezzogiorno e di libeccio.
   Immediatamente di là del capo Sparavento è il porto di Malfatano per pìccolo cabotaggio, con traversìa dì mezzogiorno e scirocco; ma l'isoletta Rossa è situata opportunamente per affievolire l'effetto del mare grosso.
   Poco lungi da questo porto sorge il capo Teulada, estrema punta meridionale dell'isola, superata la quale e volgendo la prua a maestro, veggonsi le isole di Sant'Antioco e di San Pietro.