Sardegna
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I graniti più belli sono quelli della Gallura e principalmente quelli di Tempio, di Terranova e del monte Nieddu, cospicui per la grossezza dei cristalli di feldspato roseo e incarnato, e pel candore del quarzo che contengono, di guisa che questi graniti reggono al paragone di quelli alpini. Se ne rinvengono dei somigliantissimi al rinomato di Ha vena nelle montagne dei Sette Fratelli e sonvene dei bigi nei monti di Bono, di Nuoro, dell'Asinara, della Nurra, ecc.
2. Porfido. — Il porfido della Sardegna si può classificare in due varietà : 1° quello contenente a un dipresso gli stessi elementi del granito, col quale alle volte par collegato e da cui è attraversato quasi sempre in forma di vene o filoni: codesto porfido è rosso per solito; 2° quello appartenente ai terreni trachitici, la cui base è ordinariamente una euri te (roccia fondamentale che ha del granito) violacea e contiene spesso feldspato vitreo e mica color di bronzo. Questo porfido rinviensi in grandi masse, ovvero disposto in correnti rapprese come le lave antiche: qualche rarissima volta forma filoni.
3. Scisti e Lavagne. — Lo scisto e segnatamente il micaceo, entra per molta parte nella composizione delle montagne della Sardegna; esso copre sovente il granito a guisa di mantello, come vedesi chiaramente nel Gennargentu, e trasformasi insensibilmente in scisto talcoso e anche in fìllade o ardesia.
Lo scisto ardesiaco trovasi in molti luoghi e se ne trasse partito nella Nnrra presso il capo Negretto.
Negli scisti, come nei calcari della Sardegna si rinvennero, in vatii punti, dei petrefatti appartenenti tutti alla fauna più antica, quella della formazione siluriana. Nei dintorni di Fluminiriiaggiore — villaggio a nord d'fglesias e a ovest del monte Linas — il La Marmora incontrò ricchi banchi di fossili di varie specie.
4. Calcarei e Marmi. — I calcari più antichi della Sardegna par abbiansi a riferire alle varie epoche dei terreni paleozoici, I marmi saccnroidi bianchi, sebbene di bella grana, hanno il difetto di essere spesso spaccati in tutte le direzioni, il che fa sì che non si possono adoperare in grossi pezzi.
Fra i secondarii si tentò lo scavo dei marmi di Silanus presso Dorgali, ma l'impresa andò a male. Lo stesso avvenne del marmo burdiglio di Mandas.
A Gorreboi. a Silanus, e in altri luoghi, trovasi bellissimo marmo cipollino verdastro; e nel territorio di Fluminimaggiore è un marmo nero contenente fossili, che potrebbe servire per ornati. Gli altri calcari, abbondantissimi nell'isola, non offrono marmi di grande bellezza dove si eccettui il marmo nero dell'isola di Sant'Antioco.
5 Formazione terziaria. — Delle formazioni più recenti non sono rimasti generalmente che pochi avanzi sulla superficie della Sardegna. Essa è rappresentata specialmente da due zone di arenarie e calcari teneri miocenici, che si stendono runa al nord-ovest dell'isola da Porto Torres per Sassari alle primi pendici di morite Ferru presso Bonorva, l'altra nel centro delle pendici meridionali di detto vulcano insino a Cagliari, ove forma il capo di Sant'Elia. Anche il capo Mannu, l'isola Mal di Ventre e la penisola dei Sinis ad ovest di Oristano appartengono al miocene. !J da ricordare anzi tutto un residuo della formazione carbonifera che si presenta nel dominio fluviale del Flurnendosa a sud dei monti Gennargentu.
6. Combustìbili fossili. — L'Italia è, per sua disgrazia, priva di vero carbori fossile, oggidì fattore principale della ricchezza delle nazioni; la natura l'ha fatta