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La Patria. Geografia dell'Italia
Sardegna. Corsica - Malta - I mari d'Italia
Gustavo Strafforello
Unione Tipografica Editrice Torino, 1895, pagine 463

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   1 Mari d'Italia
   m
   Ma tutti questi nomi dati meramente a porzioni del Medilerraneo, che non avevano limili naturali, erano evidentemente adoperati con grande incertezza ed indeterminatezza ; e la grande estensione data, in un periodo posteriore al nome d'Adriatico, inghiotti al tutto quelli di mare Jonio e mare Siculo, o trasse all'uso del primo nome in un senso incerto e generico diverso al tutto da quello, in cui era generalmente adoperato, f'er tal modo, Servio, commentando l'espressione sucitata di Virgilio, Insulae Jonio in magno, ove. il poeta intende il vero Jonium mare, ilice : Sciendum Jonmm Sinum esse immensum, ab Joilia usque ad Siciliani et hujus partes esse Adriaticum, Achaicum et Epirolicum (Sf.rv., odAen., in, 211).
   Dal nome di mare Jonio derivò quello di isole Jonie, dato ora al gruppo delle isole principali, (oltre parecchie più piccole) che costituivano una repubblica affatto indipendente sotto il protettorato dell'Inghilterra e ch'essa cede, nel 1864, alla Grecia.
   IV. — Mare Tirreno.
   Tyrrhenum mare clnamavasi anticamente quella parte del Mediterraneo, che stendesi lungo la costa occidentale d'Italia. E evidente dal nome stesso che fu adoperato in origine dai Greci, i quali chiamarono universalmente Tirreni i popoli dell'Etruria e fu meramente desunto da essi dai Romani, i quali adoperavano, è vero, di frequente il termine di Tuscum mare, ma anche più di frequente designavano il mare nell'occidente d'Italia semplicemente col nome di mare hferum, o mare Inferiore, appunto come chiamavano mare Superimi, o mare Superiore, l'Adriatico, come abbiamo visto.
   Probabilmente il nome di mare Tirreno non fu mai in uso presso i Romani che qua! mero termine geografico ; ma presso i Greci era certamente la designazione abituale di quella porzione del Mediterraneo, che stendesi dalla costa della Liguria alla eosta nord della Sicilia e dal continente d'Italia alle isole di Sardegna e di Corsica a ovest.
   Il periodo in cui venne in uso è incerto; non trovasi nè in Erodoto nè in Tucidide, e Scillace è il primo autore che faccia menzione del mar Tirreno, il quale è una sezione, com'è noto, del mare Mediterraneo, che ha principio a nord alla foce della Magra, stendesi sino alla costa settentrionale della Sicilia e si allarga fra le coste occidentali della penisola e le orientali della Sardegna e della Corsica.
   E separato dal mare Ligure (Ligusticus Sinus) o golfo di Genova da una linea, che si tinga tirata dall'estrema punta nord della Corsica allo shocco della suddetta Magra, ed è diviso dal Mediterraneo propriamente detto da una linea consimile che, partendo dal capo Lilibeo, o San Gallo, sulle coste siciliane, si protenda sino al capo Teulada ni Sardegna. Contiene varii golfi, fra gli altri, quelli di Gaeta. Napoli, Salerno, Policastro, Sant'Eufemia e Gioia. 11 flusso e il riflusso vi si alternano ogni sei oreprodueendu una differenza di altezza di soli 49 centimetri, mentre nell'Adriatico è di metri 1.14. Vi continua la corrente litoranea del Mediterraneo, la quale, dopo lambite le spiaggie adriatiche e tarantine, entra pel Faro di Messina, costeggia tutta la penisola sino al golfo di Genova e piega di là verso la Provenza e la Spagna. Le acque del Tirreno non sono molto salate: il sale sia al peso dell'acqua che lo contiene come 1 a 21.
   Dalla Coarta Idrografica del precitato ammiraglio Smvth risulta: 1° che la maggiore profondità da lui scandagliata in vicinanza del litorale toscano è quella che trovasi fra 27,40' longitudine e 42°,20 latitudine a ovest dell'isola di Monte Cristo, ove lo scandaglio prima di toccare il fondo scese sino a 3156 piedi parigini sotto il livello del mare; 2° che il fondo maggiore del litorale toscano arriva a circa 000 piedi sotto il suo livello, mentre 6 miglia circa a maestro dell'isola dì Gorgona lo scandaglio afiondò 1000 piedi ; 3° che fra lìio dell'isola nell'Elba e lo scalo di Follonica nel continente toscano, lo scandaglio toccò il fondo del mare a 204 piedi; mentre nel canale fra l'isola dell'Elba e Piombino trovò un fondo di soli 168 piedi e nel canale fra l'isola del Giglio e il promontorio Argentare lo scandaglio misurò 3G6 piedi sotto il livello del mare.
   Il Tirreno o mare Toscano nudrisce un'immensa varietà di pesci, a far capo dallo storione sino all'acciuga, quantunque i più copiosi sieno le triglie, i muggini, le sardelle, i naselli, i palombi