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La Bontà. — Dio è infinitamente buono.
La bontà in Dio è effusione e comunicazione di sè.
La bontà divina ha una storia. Dobbiamo limitarci ad accennarne i punti salienti: la Creazione, la Redenzione, la SS. Eucaristia, lino alla rivelazione del S. Cuore. La bontà divina si esercita specialmente coi miseri e coi peccatori, e allora si chiama misericordia. Il Vangelo è tutto una rivelazione della misericordia di Dio. Toccanti parabole (la pecorella smarrita, la dramma, il figliuol prodigo) e fatti evangelici (Zaccheo, la Samaritana, la Maddalena) mostrano la misericordia di Gesù che cerca, aspetta, accoglie i peccatori.
La Provvidenza. — È la bontà di Dio che si esplica nel governo del mondo. Dio governa le cose che ha creato e le dirige al loro fine che è la gloria sua. Nella gloria di Dio è anche il bene delle creature. Dio veglia in modo speciale sull'uomo.
Gesù ha richiamato i pensieri della Provvidenza nel discorso del monte : « Guardate gli uccelli dell'aria : non seminano e non mietono, eppure il Padre celeste li pasce. Guardate i gigli del campo: non sanno filare e cucire, eppure nessun re fu mai vestito così bene. E se Dio ha cura degli uccelli e dei fiori, quanto più avrà cura di voi? » (Mt. 6, 28). La Provvidenza non esclude, ma suppone l'uso delle nostre facoltà naturali. Chi si aiuta Dio l'aiuta. Ma dopo aver fatto tutto il possibile, dobbiamo riporre la nostra fiducia in Dio e tutto aspettare da Lui.
Iddio provvede quaggiù secondo le esigenze del nostro bene eterno, che è il nostro vero bene. Quindi non ci sottrae al dolore, e permette il male.
Se ci fermiamo alle cause prossime, il male fisico viene dalle imperfezioni delle leggi fisiche, il male morale viene dalla imperfezione della volontà, che è libera e inclinata al male. Se ascendiamo alla causa remota, essa è il peccato. Dio non aveva creato l'uomo nè infelice, nè inclinato al male. È il peccato che ci ha sottoposti al male. Per esso noi siamo stati spogliati dei beni gratuiti e feriti nei beni naturali, come spiegheremo. E insieme con l'uomo, secondo Si Paolo (Rom. 8), è decaduto anche il mondo sensibile, come il regno che segue la sorte del Re. Nello stato attuale Dio non interviene ad impedire l'effetto delle cause seconde; per es. non sospende la legge di gravità per impedire che il muratore che ha posto il piede in fallo cada dal ponte. Non ci ha promesso di sottrarci al dolore; ma Egli fa convergere tutto a nostro vantaggio, come assicura S. Paolo (Rom. 8, 28). Fuori di questa vita noi vedremo che tutto sarà stato disposto secondo i nostri interessi eterni. Si narra che un ricco romano imbandì una volta un