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La Religione esposta in lezioni pratiche per le scuole
Volume I - La Fede
Can. Giulio Bonatto
Casa Editrice Marietti, 1932, pagine 160

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   - 16 —
   sè tutte le cose, e non ha bisogno di uscire da sè, anzi non può, perchè tutto è da Lui, tutto è in Lui, tutto è partecipazione di Lui.
   Dio vede se stesso (e, in sè, tutte le cose); e come la mente genera il pensiero, cosi Dio, conoscendo sè, genera l'idea eterna, dicendo sè genera il Verbo (la parola). Ora quest'idea che Dio genera, questa parola eterna che Dio dice, è sussistente per sè, è un io divino, e si chiama Figlio perchè è generato, Verbo perchè è la parola di Dio (1).
   Il Padre conoscendo sè nel Figlio, lo ama. Chi ha fatto un capolavoro
   10 ama e il capolavoro se avesse mente amerebbe il suo- autore. Così
   11 Padre ama il Piglio ed il Figlio il Padre e da quest'amore sostanziale del Padre e del Figlio procede lo Spirito Santo, il quale è spirato per via di volontà e di amore, a quel modo che il Figlio è generato per via di intelletto (2).
   Riassumiamo:
   Dio Padre, conoscendo sè (e in sè tutte le cose), genera il Figlio per via d'intelletto; il Padre e il Piglio amandosi scambievolmente, spirano lo Spirito Santo, il quale da loro procede per via di volontà e di amore.
   Di questo mistero così profondo Dio ha impresso tracce nelle creature: nell'anima umana, che è, conosce, e vuole (S. Agostino, Conf. 13, n. 11); nel sole da cui procede luce e calore; nella luce che si decompone in tre colori primitivi (giallo, rosso, azzurro); nei suoni in cui tre note compongono l'accordo perfetto (la tonica, la terza e la quinta); e ancora nel tempo che è presente, passato e futuro; nello spazio che ha tre dimensioni; nella pianta che ha radici, fusto e rami; nella famiglia che si compie in tre persone, ecc.
   (1) Ma a differenza del pensiero degli esseri finiti, che è molteplice, accidentale, imperfetto, e che perciò nasce e perisce ad ogni istante, in Dio — la cui attività è infinita e perfetta — lo spirito genera d'un sol tratto un pensiero uguale >a Lui stesso, che lo rappresenta tutto intiero, e non ha bisogno di un secondo pensiero, poiché il primo ha già esaurito l'abisso delle cose da conoscersi, vale a dire l'abisso dell'infinito. Questo pensiero unico ed assoluto, primo ed ultimo nato dallo spirito di Dio — continua il Lacordaire — resta eternamente in sua presenza come una rappresentazione esatta di Lui stesso, o, per parlare il linguaggio dei libri santi, come la sua immagine, lo splendore della sua gloria e la figura della sua sostanza. Esso è la sua parola, il suo verbo interiore, come anche il nostro pensiero è la nostra parola e il nostro verbo; ma è, a differenza del nostro, il verbo perfetto e dice tutto a Dio in una sola parola... E come nell'uomo il pensiero è distinto dallo spirito senza esserne separato, così in Dio il pensiero è distinto senza esser separato dallo spirito divino che lo genera. Il Verbo è consostanziale al Padre... — Olgiati, Il Sillabario del Cristianesimo.
   (2) < O luce eterna che sola in te sidi,
   Sola t'intendi, e, da te intelletta Ed intendente te ami ed arridi ! ¦
   Dante, Farad., XXXIII, 124.