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La Religione esposta in lezioni pratiche per le scuole
Volume I - La Fede
Can. Giulio Bonatto
Casa Editrice Marietti, 1932, pagine 160

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   — Bi-
   ll complesso dei doni che Dio aggiunse alla natura si chiama l'ordine soprannaturale.
   La caduta. — Dio, volendo che il Paradiso fosse meritato, pose ad Adamo ed Eva una condizione. La condizione fu di non mangiare il frutto dell'albero della scienza del bene e del male (Gen. 2, 17). Egli voleva offrire loro un'occasione di fedeltà e un modo di cooperare ai suoi disegni, cosicché ciò che era puro dono Suo divenisse anche loro merito, almeno in parte. Eva si lasciò sedurre dal demonio, mangiò il frutto e ne diede ad Adamo (vedi il racconto biblico pag. 155).
   Le conseguenze. — In conseguenza del peccato, Adamo ed Eva perdettero i doni soprannaturali ricevuti da Dio. Furono soggetti all'ignoranza, alla concupiscenza, alla morte, all'infermità e al dolore, e furono privi della grazia. — E poiché Adamo era il nostro capo morale, egli perdette i doni soprannaturali anche per noi (1).
   Invece di trasmetterci i doni soprannaturali dei quali erano stati arricchiti, Adamo ed Eva ci trasmisero il peccato da loro commesso.
   Il rimedio. — Al male seguì il rimedio. Dio, oltre che giusto, è anche misericordioso. E mentre Adamo ed Eva fuggivano sotto il peso del castigo, Dio promise loro il Salvatore. Egli maledisse il serpente : « Porrò inimicizia fra te e la donna, e tra il seme tuo e il seme di lei. Ella schiaccerà la tua testa... » (Gen. 3,15). La Donna è Maria, che portò al mondo Gesù.
   La dottrina del peccato originale. — In che consiste precisamente il peccato originale! Il peccato si può considerare come atto (peccato attuale) e come stato (peccato abituale). Nel primo senso, il peccato originale è l'atto colpevole che Adamo commise quando si ribellò a Dio. Nel secondo, è lo stato che seguì a quell'atto, in Adamo e in noi.
   Cosicché per noi il peccato originale è lo stato di privazione della grazia e dei doni soprannaturali che dovreb-
   (1) Non avendoli conservati per sè, non ce li potè trasmettere, a quei modo che un decaduto che ha perduto i suoi beni non li può trasmettere ai suoi figli.