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La Religione esposta in lezioni pratiche per le scuole
Volume I - La Fede
Can. Giulio Bonatto
Casa Editrice Marietti, 1932, pagine 160

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   Gesù accostandosi l'ultima Tolta a Gerusalemme pianse su di lei e predisse la distruzione della città e del tempio entro una generazione (Le. 9, 41). Fece sotto gli occhi dei suoi nemici un altro grande ed indubitabile miracolo : la risurrezione di Lazzaro, già morto da quattro giorni e sepolto, a Betania (Giov. 11, 1). Gesù cercato a morte, volle entrare in Gerusalemme, non di nascosto, ma in solenne trionfo, la domenica delle palme, cioè il giorno in cui erano introdotte in città le vittime destinate al sacrifìcio pasquale (Mt. 21, 1). Fece nel Tempio le ultime dispute coi Farisei e gli ultimi tentativi per convincerli e convertirli (Mt. 21). Conscio del tradimento di Giuda, si apprestò a dare la suprema prova di amore prima della sua morte coll'istituzione dell'Eucaristia.
   Corollario:
   La Divinità di Gesù Cristo provata dalla sua vita. —
   Dagli insegnamenti di Gesù e dai suoi miracoli, quali storicamente si desumono dai Vangeli, ricaviamo una prima prova della divinità di Gesù Cristo.
   1° Gesù affermò di essere Dio.
   L'affermazione di Gesù fu graduale. Prima di lanciarla in modo esplicito, Egli cominciò col preparare le menti ad accoglierla. Coloro che osservavano i suoi miracoli, non potevano non crederlo un profeta, un inviato di Dio. Ai discepoli di S. Giovanni Battista mandati a interrogarlo (Mt. 11, 2) e alla Samaritana (Giov. 4, 25) dichiarò di essere il Messia. Si chiamava « il figlio dell'uomo » ma usciva in espressioni come queste : « Il Figliuol dell'uomo è padrone anche del
   posto del fango sugli occhi, mi lavai e ci vedo ». Ne nacque una lunga discussione che è diffusamente narrata dall'evangelista S. Giovanni. I Farisei interrogarono prima il cieco, poi i suoi genitori, poi di nuovo il cieco. L'indagine non poteva essere più diligente riguardo al fatto, ai precedenti, ai mezzi usati da Gesù. Il miracolo era innegabile. Ma la conclusione dei Farisei fu che non era possibile che facesse un miracolo un peccatore che non osservava il sabato.
   Queste circostanze mettono in luce la attendibilità, dei miracoli di Gesù e le attitudini dei Farisei di fronte al miracolo, che sono pure le attitudini di una certa critica moderna.
   Ma Gesù imbattutosi nel cieco, che per cagion sua era stato scacciato dalla Sinagoga, gli disse: « Tu credi nel Figlio di Dio? » « E chi è, rispose, perchè io possa credere in lui ? ». « Tu lo hai visto : è colui che ti parla ». n cieco soggiunse: «Credo, Signore!» E prostratosi lo adorò. Gesù aveva detto : « Io sono la luce del mondo ». E aveva dato al cieco la luce degli occhi e la luce dell'anima.