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La Religione esposta in lezioni pratiche per le scuole
Volume I - La Fede
Can. Giulio Bonatto
Casa Editrice Marietti, 1932, pagine 160

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   A torto i razionalisti rifiutano il miracolo a priori perchè impossibile, o almeno non constatabile da chi non conosce tutte le leggi naturali. Non è impossibile che Colui che ha fissato le leggi della natura le sospenda in un caso particolare per una causa proporzionata. E se non conosciamo tutte le leggi naturali, ne conosciamo alcune, innegabili e costanti: non sappiamo se con un nuovo metodo di cura una gamba rotta non si rimetterà forse in poche ore, ma sappiamo che non si può rimettere istantaneamente, senza cura di sorta, per effetto di una semplice preghiera; non sappiamo fino a qual limite possa agire la suggestione, ma sappiamo che i suoi successi non sono costanti nè duraturi, che la sua influenza non si estende alle malattie organiche, nè ai fatti del mondo inorganico. — E nemmeno per controllare un fatto miracoloso si richiedono sempre accertamenti di alta scienza. Può bastare che sia accertato il prima e il poi, per mezzo dei sensi. Accertata prima la morte di Lazzaro, e in seguito la sua vita riacquistata, è accertato il miracolo. Le circostanze dei miracoli sono minutamente esposte nei Vangeli e furono talora sottoposte a minuziose indagini dai nemici del Signore, come nella guarigione del cieco nato (Giov. 9, 1; v. pag. 56, nota 2).
   Per escludere il miracolo, i razionalisti sono costretti a negare il valore storico dei Vangeli, o supponendo che i fatti relativi alla vita di Gesù siano stati alterati, coscientemente o no, dagli scrittori sacri, o che addirittura essi non siano avvenuti, e siano il prodotto di menti esaltate (1). Ma così essi riducono il fatto storico del Cristianesimo a un effetto senza causa e rendono inintelligibile tutta la sua storia. Torneremo più oltre su questo argomento.
   Aggiungiamo che il soprannaturale nei Vangeli non balza solo da questo o quel miracolo, ma da tutto l'insieme. Gesù stesso era il miracolo personificato: il soprannaturale appare in Lui, non solo nelle opere straordinarie che compie, ma. nel suo intelletto che possiede tutta la verità, i segreti di Dio, di sè, dei suoi Apostoli e del mondo, cosicché Egli dice di sè: «Io sono la Verità» (Giov. 14, 6), e i suoi uditori attestano: «Nessun uomo mai ha parlato così » (Giov. 7, 46) ; nella sua figura morale che è modello costante e sommo di ogni virtù, sicché Egli, unico al mondo, può dire : « Chi di voi mi accuserà di peccato? » (Giov. 8, 46) e: «Imparate da me »
   (1) Una scuola tedesca (Strauss) definì la storia di Cristo un mito. Ma Gesù Cristo visse in un'epoca non mitica, ma eminentemente storica. Di Gesù parlano, oltre gli Evangelisti e i Padri dei primi secoli, storici profani come Giuseppe Flavio, Tacito, Plinio, ecc. Per una esposizione e critica dei sistemi razionalistini cfr. voi. IV, pag. 9-