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La Religione esposta in lezioni pratiche per le scuole
Volume I - La Fede
Can. Giulio Bonatto
Casa Editrice Marietti, 1932, pagine 160

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   Anche la sua grazia Dio la distribuisce con misura, affinchè la nostra salvezza, mentre è dono suo, sia pure merito nostro.
   Benché fondata su così grandi miracoli, la fede è una virtù, è un atto libero che suppone da parte di Dio la grazia e da parte nostra le dovute disposizioni.
   Altri argomenti. — La Risurrezione di Gesù è dunque un poderoso argomento della sua divinità. A questo si aggiungono altri argomenti, a cui possiamo solo accennare di sfuggita. Tali sono la sublimità della dottrina cristiana, adatta a tutti i tempi e a tutti i luoghi, a cui nulla si può aggiungere e nulla togliere; la eroica testimonianza di milioni di martiri; la conservazione della Chiesa, minacciata dentro dalle eresie, di fuori dalle persecuzioni, che nondimeno sopravvive a tutti gli imperi, a tutte le potenze umane, che a una a una ha viste crollare intorno a sè; e specialmente la rapida conversione del mondo pagano (lettura 18).
   A distanza di poche decine di anni dalla morte di Gesù, Paolo scriveva ai Romani: « La vostra fede si predica in tutto il mondo » (1, 8). Poco più che 200 anni dopo Tertulliano diceva ai pagani : « Noi siamo di ieri; eppure abbiamo riempite tutte le cose vostre: le vostre città, le isole, i campi militari, il palazzo imperiale, il senato, il foro: solo i templi vi lasciamo! » (Apolog. 37). Ora, alla conversione del mondo si opponevano poderosi ostacoli: 1° La dottrina cristiana piena di misteri, che annunciava « un Dio crocifisso, scandalo pei Giudei e stoltezza pei pagani » (S. Paolo, I Cor. 1, 23). 2° Lo stato del mondo immerso nella corruzione, che alla morale cristiana opponeva vizi radicati e tenaci, e alla religione nuova gli interessi delle classi dominanti, che del paganesimo avevano fatto un instrumentum regni. 3° I mezzi scarsi di propaganda di cui gli Apostoli disponevano: non sapienza apparente, non oro, non potenza umana (1).
   (1) Le menti più elette hanno sentito la forza sovrana di questo argomento. È di S. Agostino il dilemma che Dante recò nei noti versi : « Se il mondo si converse al cristianesmo — Diss'io, senza miracoli, quest'uno — È tal che eli Mitri non sono il centesmo » (Par. XXIV, '106, vedi lett. 101 Un razionalista, il Michelet, a un suo pari che si fermava ad impugnare ad uno ad uno i miracoli di Gesù Cristo: No, diceva, non sono questi i miracoli che dovete confutare e spiegare: ma bensì l'avere la terra sotto l'azione di Cristo mutato faccia, e veduto crearsi un nuovo ordine, una civiltà nuova.
   In conclusione, c'è la Chiesa. Se ammettiamo il soprannaturale quale risulta dai Vangeli, comprendiamo la sua origine e la sua propagazione: se non lo ammettiamo, abbiamo un efletto senza causa e non comprendiamo nulla.