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La Religione esposta in lezioni pratiche per le scuole
Volume I - La Fede
Can. Giulio Bonatto
Casa Editrice Marietti, 1932, pagine 160

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   Applicazioni pratiche. — S. Anselmo chiama la vita di Gesù « il libro della vita ».
   Già il presepio è una scuola dalla quale Gesù insegna più coi fatti che colle parole. È anche un tribunale da cui giudica Egli povero, umile, sofferente, la superbia, la cupidigia, l'egoismo del mondo. Ed è sopratutto il trono di grazia a cui dobbiamo accostarci con fiducia. — Le circostanze del fatto di Natale suggeriscono un'altissima idea delle vie di Dio che sogliono essere oscure, difficili, dolorose, talora apparentemente contrarie ai fini che si propongono, ma sono sempre buone e sicure. Maria e Giuseppe, attraverso gli stenti, i disagi, le sofferenze, cooperarono, sorretti dalla fede, ai disegni di Dio: il quale si servì di tutto, dal decreto di Cesare Augusto alle persecuzioni di Nerone, per adempire le profezie, per ammaestrare e salvare il mondo. Così Dio suol guidare l'uomo attraverso le difficoltà ed i dolori, verso il raggiungimento dei suoi scopi.
   Similmente ci istruiscono e ci edificano tutti i periodi e tutte le circostanze della vita del Signore. La Croce poi riassume gli insegnamenti di Gesù : ci parla di distacco, di sacrifìcio, di carità : è stimolo di amore. « Guarda il capo inchinato a baciare, il cuore aperto ad amare, le braccia distese ad abbracciare, tutto il corpo esposto a redimere » (S. Agostino). Dalle sue ferite sembra venire a noi la parola detta a Pietro : « Simone di Giovanni, mi ami tu? » a cui rispose : « Signore, tu lo sai che io ti amo » (Giov. 21, 15).
   Tutta la vita di Gesù deve essere studiata con intento pratico. « Scriviti nel cuore i suoi costumi, i suoi atti: com'Egli si diportò umilmente tra gli uomini, com'era benigno coi suoi discepoli, come misericordioso verso i poveri, come non disprezzò mai nemmeno i lebbrosi, come non adulava i ricchi, cóme era libero dalle cure del mondo... come si è offerto a esemplare di ogni bontà; e in tutti i tuoi atti e parole guarda a Lui come a tuo modello...; e questa sia la tua sapienza, la tua meditazione, il tuo studio, di pensar sempre qualcosa di Lui, di cercar sempre di imitarlo, fino che sia formata in te, come vuole S. Paolo, la sua perfetta immagine » (S. Bonaventura, in form. novit. 2, 32).