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provvisàmente udimmo a gridare: Il nemico si avanza. Mio padre e gli ussari, andarono tosto ad affrontarlo: mia madre ed io restammo indietro, e ci incuteva grandissima paura il terribile rimbombamento dei cannoni. Mia madre dicevami: ogni colpo sembra forarmi il cuore, perchè temo che ogni palla vada a ferire il cuore del padre tuo. Finché durò il rumore delle salve noi non cessammo di pregare e di piangere. Finalmente mio padre ritornò felicemente senza alcuna ferita. La cosa continuò così per qualche tempo; ma un giorno alia fine d'un combattimento, un ussaro ci ricondusse il cavallo di mio padre, dicendoci che egli era restato pericolosamente ferito e moribondo sai campo di battaglia, a poca distanza dal villaggio. Noi ci affrettiamo di correre a lui; giaceva a terra sotto un albero; un vecchio soldato gli stava inginocchiato dappresso ed assistito da due ussari, teneva la testa di lui appoggiata al suo petto. Il pjvero mio padre era stato colpito da una palla nel petto, ed era già pallido, pallido come la morto. Appena giunti noi, ci siamo bene accorti che voleva dirci qualche cosa, ma non poteva più parlare. I moribondi suoi occhi si fissarono su me, su mia madre, poi verso il cielo, e pochi istanti dopo esalò l'ultimo respiro. Mia madre ed io ci struggevamo in lagrime. Mio padre fu seppellito nel cimitero vicino. Molti ufflziali e quantità di soldati seguirono il suo funerale. Il suono delle trombette mi riuscì tanto ingrato e tanto triste che mi sembra d'udirlo