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sospese ad una trave. Ecco tutto ciò che ella fece, e dopo averci augurato la buona notte, non pensò più a noi. Rimasi dunque affatto solo con mia madre, seduto accanto ad essa sopra un fascio di paglia e amaramente piangendo. Verso la mezzanotte, al fioco splendore della lanterna, m'accorsi che mia madre diventava sempre più pallida: ella mandava profondi sospiri, ed io piangeva vieppiù dirottamente; in fine mi porse la mano dicendomi : Non piangere, caro Antonietto, serbati pio e dabbene, ama la preghiera, abbi sempre Iddio davanti agli occhi, e non commettere mai alcun male, che allora Iddio ti provvederà di un altro padre e di un'altra madre.
« Furono queste le sue ultime parole, soggiunse l'Antonietto, grondandogli giù per le guancie grosse lagrime; ma intanto io non trovex'ò mai più una sì buona madre. Poco dopo, continuò dicendo, mia madre guardò lungo tempo verso il cielo divotamente pregando, e spirò.
« Io non potei far altro che piangere. Il contadino e sua moglie avevano bensì promesso a mia madre di tenermi in casa e di trattarmi come loro proprio figliuolo; s'impadronirono anche di quel poco ch'ella possedeva in robe ed in denaro; ma non erano ancora passate tre settimane che mi cacciarono di casa, dicendomi ch'io era già loro costato tre volte più di quanto aveva lasciato mia madre. Io partii coll'intenzione di ritornare a Gratz da' miei compagni di scuola; ma quei