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La Vigilia di Natale
ovvero 'La riconoscenza filiale'
Cristoforo Schmid
Ditta Antonio Vicenzi Bassano, pagine 96

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   Il bravo guardaboschi non era mai tanto felice come quando si trovava in seno alla propria famiglia,, e perciò diceva : — Perchè anderei io altrove in cerca di piaceri quando posso averne dei più dolci in casa mia ? » Dopo di aver compiuto il suo lavoro, beveva tranquillamente in casa la sua caraffa di birra, e i giorni di festa il suo bicchiere di vino, intrattenendosi a discorrere colla moglie, ed a raccontare storielle dilettevoli ed istruttive a' suoi figliuoli. Quando poi sen-tivasi di tutto buon umore, prendeva 1' arpa dicendo: — Questa tien luogo di opera e di teatro nelle lunghe serate invernali ». Nella sua gioventù aveva suonato con passione il corno da caccia, ma il medico glielo proibì e poich'era amantissimo della musica, appli-cossi allora all'arpa. Sua moglie sapeva cantare molte belle canzonette, eh' egli accompagnava col suono del suo istrumento. Anche i loro ragazzini avevano imparato qualche arietta adattata alla loro età, e tutti insieme cantavano a gara come gli augelli della foresta.
   I ragazzi frequentavano la scuola del villaggio d'Eschenthal loro parrocchia. Cristiano e Caterina vi ritornarono giornalmente appena furono passate le feste e rendute praticabili le strade.
   Antonietto s'unì allegramente con essi, ed in breve superò tutti ì suoi compagni di scuola. Il suo amore per 1' occupazione ed il suo ingegno erano straordinari. Ogni sera,