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La Vigilia di Natale
ovvero 'La riconoscenza filiale'
Cristoforo Schmid
Ditta Antonio Vicenzi Bassano, pagine 96

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   dalla rupe è limpida; che bell'effetto fa questa spuma bianca su quei sassi muscosi ! e la tenera verzura che copre questa balza quanto è fresca! invita a coglierla. Questi abeti selvaggi come si alzano arditamente verso il cielo, e questo cervo che avete dipinto, abbe-verantesi nel ruscello, quanto è naturale! Vedendolo in quella mossa svelta e leggiera, s'indovina subito quanto debb'essere veloce il suo corso. I cervi che dipingo io hanno l'aria d'essere storpiati; non riesco mai a dar loro un po' di vita. »
   Gl'ingenui elogi del giovinetto furon molto graditi dal pittore; ma ciò che ancor più gli andò a sangue fu quel gusto sì vero per l'arte sua; perciò gli disse sorridendo: — A quanto sento tu pure sei un piccolo pittore? — « Oh! rispose l'Antonietto, finora io credeva quasi d'essere, non un piccolo, ma un gran pittore. Ma adesso vedo bene che non sono nè l'uno, nè l'altro. » — « Desidererei ciò non pertanto di vedere i tuoi lavori, soggiunse il pittore: verrò a casa tua, e me li farai vedere, non è vero? Chi sono i tuoi genitori? Dove abiti? — « Ohimè ! signore, rispose l'Antonietto, io sono un povero orfanello, raccolto in casa del guardiaboschi Grunewald. >
   — Sarai per certo qualche suo congiunto, ripigliò il pittore, suo nipote forse? » — «Oh, no! rispose l'Antonietto, capitai affatto straniero alla sua casa, ed egli e sua moglie mi accolsero subito, e mi trattarono come loro proprio figlio, »
   La Vigilia di Natale - 3