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Che aspetti stupidi! guardate quel loro muso lungo, il quale vi dimostra ch'essi non pensano se non al loro nutrimento, e che non conoscono niente di più nobile; perfino la facoltà di sorridere fu loro negata. Ohi dopo aver considerati questi animali, chi può vedere l'uomo e non riconoscerlo per un ente di natura più elevata appartenente ad una classe assai più perfetta di esaeri? L'uomo più stup;do crederebbe che si volesse ingiuriarlo quando gli si dicesse: tu non sei da più di quel bue che tira l'aratro, nè dell'asino che porta la soma, i quali d( po morti finiscono interamente colia putrefazione. Non è così, no: l'uomo rassomiglia piuttosto agli angeli di Dio, cne possono conoscere il loro Creatore, e cantare le sue lodi: poiché l'uomo è il solo ente sulla terra che di ciò sia capace. S'egli ha qualche cosa di comune cogli animati ne ha pur anche, ed assai di più, cogli angeli. È vero che l'uomo viene al mondo piangendo e gemendo, ch'egli foffre molto, che, a somiglianza del fiore dei campi, germoglia e sboccia in alcuni istanti per appassire e diseccarsi poco appresso, e che si corrompe in putredine come gli animali; ma è solamente la sua forma esteriore e materiale che riducesi in polvere. V'ha in lui uno spinto immortale, un angelo celato sotto una forma corporea. Appena quest'inviluppo dei sensi cade, l'uomo si trasforma in angelo perfetto, quando però abbia adempito la sua destinazione sulla terra, e sia vissuto eonfor-memente alla volontà del suo Creatore. Il pit-