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obliare i nostri piccoli affanni terrestri, o per lo meno impedirci dal prenderceli troppo a cuore. » Poi continuò a dire:
— Benché la sera del nostro arrivo alla residenza fosse già tarda, volli non pertanto presentarmi al consigliere delle foraste, il signor Miiller. Egli è uomo giusto, pensava io meco stesso, è stato molto tempo mio superiore in qualità di ispettor generale, e lo ebbi sempre per amico. Gli altri consiglieri ch'io conosceva, o sono morti, o sono stati giubilati, e quantunque anch'egli siasi ritirato dagli altari p^r la sua età avanzata, potrà nondimeno darmi qualche buon consiglio. Quel degno personaggio m'accolse veramente con molta cordialità, e dopo avergli io esposto il motivo delle mie inquietudini, mi rispose: « Voi avete nell'ispettor generale un pericoloso nemico, spalleggiato da possenti relazioni. Egli vuol dare il vostro posto ad un giovane eh'è stato suo servitore, ed invia continuamente i più sfavorevoli rapporti sul conto vostro e su quello di vostro figlio, e temo forte ch'egli riesca pur troppo n«l suo intento di rubare ai bravo Cristiano il posto di suo padre.
« Io itili soggiunsi d'aver divisato di chiedere udienza e presentarmi in persona al principe, ed il buon consigliere: fatelo, mi disse, fatelo; v'accompagnerò io. Per altro continuò, siete capitato in mal punto: Sua Altezza si trova in questi giorni assai occupata, e sarà difficile ottenere udienza. Fa duopo inoltre che vi presentiate al direttore generale