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La Vigilia di Natale
ovvero 'La riconoscenza filiale'
Cristoforo Schmid
Ditta Antonio Vicenzi Bassano, pagine 96

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   parecchie settimane stavano pensando alla festa di Natale, si alzarono, si asciugarono le lagrime, ed il Franceschi no disse: — Oh nonno ! adesso leva via il velo del quadro ed accendi due candele come l'anno passato, perchè si possa ben mirarlo. » E tu, nonno, disse dal canto suo la Chiaretta, prendi la tua arpa, che vogliamo cantare le canzonette di Natale che ci insegnòla mamma.
   — Avete ragione, rispose il guardaboschi, cantiamo una canzone di Natale. Prima però soggiunse, ditemi un poco, non è avvenuto niente di particolare durante la nostra assenza? — « Niente affatto, gli rispose la moglie, solamente poco dopo la vostra partenza ci fu recata un'altra lettera dell'amministrazione. > E gliela consegnò ancor suggellata. Egli l'aperse ed impallidì, indi alzando gli occhi al cielo, sclamò : — Signore ! sia fatta la vostra volontà! » Tutti lo guardarono con angoscia, e la nonna gli chiese : — Che avvenne dunque ? » « Bisogna che usciamo tosto di questa casa, rispose egli; anzi dovremmo già esserne disloggiati. L'ispettor generale ci comanda con questa lettera di abbandonare la essa al più tardi per la vigilia di Natale, affinchè il nuovo guardaboschi possa entrarvi per le seguenti feste. Ci minaccia, nel caso di contravvenzione, di farcene cacciar fuori dagli arcieri. Io stupisco che non sieno ancora qui; possiamo pur troppo aspettarci ad ogni istante che vengano a metterci sulla porta.
   — 0 Dio! gridò la nuora, cacciarci via