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soltanto i passi ch'io gl'indicava, ma con straordinaria bontà mi chiese licenza di leggerle da capo a fondo. E dopo averle percorse mi disse: « Ora mi sovviene, che già in Italia mi parlavate di codesto buon genitore: un uomo che scrive in tal modo, e che alleva un sì buon figlio, non può essere un mariuolc ».
« Ed ecco dunque il perchè, gridai io, bisogna che Vostra Altezza punisca l'ispettore generale, e conferisca al figlio del guardaboschi Grùnevald il posto di suo padre. II signor Mùller dandomi un'occhiata di malcontento mi disse: — « Si parla in tal modo a Sua Altezza? » — Ma il principe sorridendo, mi rispose: — «' Questo non si può fare così sollecitamente come voi pensate : bisogna sentire anche l'ispettore generale ».
« Ciò detto si ritirò col signor consigliere presso al vano d'una finestra, e vi si trattenne qualche poco ragionando con lui sotto voce. In appresso il signor Mùller si pose a scrivere, mentre il principe tornò a me dicendo: « Consolatevi, tutto va bene ».
« Intavolò quindi un discorso di quadri e proseguì a dire: Il defunto mio genitore me ne lasciò una bella collezione, e sono impaziente di sentirne il vostro giudizio. Ma tu iti quei quadri hanno bisogno d'essere restaurati. Se questo lavoro vi conviene, io ve ne dò l'incarico. — Questo sarà anzi per me il più grande piacere, risposi io: ma non potrei mettermi all'opera se non dopo le feste. Fu nella vigilia di Natale, che vidi per la prima volta