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CAPITOLO IX. L'Albero di Natale.
Antonio, terminato il suo racconto, si fece ad informarsi col più vivo interessamento della sanità de' suoi cari genitori non potendo mirarli senza tristezza, vedendo com'erano invecchiati. I loro capelli incanutiti e il loro volto coperto di rughe gli strapparono quasi le lagrime.
Tuttavia non lasciò trasparire il suo cordoglio per timore di affliggerli. Da un'altra parte stupì grandemente osservando Cristiano, Caterina e Luisa nel fior della giovinezza. Si tirò dolcemente vicini i due ragazzini di Cristiano, e, guardandoli esclamò: — Mio Dio! come il tempo passa presto! Sono diciott'anni che Cristiano, Caterina ed io eravamo come questi bimbi ; la Luisa era ancora più piccina. Ora sono essi che occupano il nostro posto ». Ei gustava un vivo piacere a contemplare que' figlioletti, al quale si fece a domandare: — Or bene, avete già ricevute le vostre strenne ? »
— < Oh no! rispose Franceschino; l'ispettore generale ci amareggiò tutta la nostra festa, egli era un vero Erode ». La madre lo sgridò di aver parlato in tal modo. « Io sono sicura, Antonio, disse Claretta, che un angelo t'ha condotto qui. Ma dimmi, ci porti anche tu qualche regalo di Natale? ».