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mezzo; queìle belle mele rosse e quelle pere dorate, tutti quelli oggetti screziati e scintillanti sembravano loro prodotti per incanto. N n sapevano ben dire se fossero desti o se sognassero. Infine, in mezzo alia loro estasi esclamarono: — Oh! quanto è belio! quant'è magnifico 1
— In tutta la nostra foresta, disse Fran-ceschino, noi saprebbesi trovare un albero sì bello e che nel verno produca tanta varietà di frutti.
— Qaest'è celeste, aggiunse la Claretta, perchè tali alberi non crescono se non nel paradiso, oppure nel cielo. Non è vero, mamma che è il bambino Gesù che ci manda que-
f st' albero?
« Veramente no, tal quale è lì. rispose la madre; tuttavia è anche a Gesù che siete debitori del piacere che ora gustate, a Gesù che un giorno fu collocato come bambino nel presepio e che ora è nel cielo. Imperocché s'egli non fosse disceso sulla terra, noi non conosceremmo nè le allegrezze, nè le strenne di Natale.
— Orbene, risposero i ragazzini, noi vogliamo volergli bene molto, molto ed obbedirlo sempre. Egli è così buono e ama tanto i fanciulli! Un piacere simile a questo ch'egli c'invia oggi, non fu giammai provato da alcuno.
— Avete ragione, disse ioro la nonna; a noi sarebbe difficile di sentire una gioia così viva e pura come la vostra, miei cari piccini. I fanciulli innocenti sono indubbiamente le