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   PARTE II. RICOMPENSE MILITARI
   Generalità.
   530. La maggiore soddisfazione morale per il militare deve essere quella, che proviene dal sentimento di aver adempiuto il proprio dovere.
   E perciò, in qualunque circostanza, sia in pace, sia in guerra, quell'elevato sentimento deve essere sempre e sola guida delle sue azioni, anche quando queste dovessero rimanere del tutto ignorate.
   531. Non sarebbe buon militare quegli per il quale la speranza delle ricompense fosse unico movente dell'operare.
   Mentre il sentimento puro ed elevato del dovere mantiene uniti i cuori e salda la compagine dell'Esercito, lo smoderato ed unico desiderio di ricompense fa nascere invidie e distrugge il cameratismo.
   532. Se però è da riprovare nel militare questo desiderio, quando sia unico, smoderato e movente precipuo del suo operare, naturale invece e lodevole è il compiacimento che egli prova nel vedere dai superiori apprezzate le sue azioni che lo meritino, nel conoscere che per tali azioni egli acquista sempre maggiore stima da essi, e nel ricevere la prova di ciò per mezzo, sia di encomi, sia di altre maggiori ricompense militari.
   E pertanto, mentre è obbligo del superiore di mantenere rigidamente osservato ogni dovere per parte degli inferiori, è altresì suo obbligo disciplinare l'apprezzarne le azioni meritevoli e di ricompensarle, quando ne sia il caso, o proporne la ricompensa, con giusta misura.
   533. L'usare opportunamente delie ricompense costituisce per il superiore un mezzo potente per elevare Io spirito militare, infondere la giusta emulazione, e mantenere salda la disciplina negli inferiori.
   È un mezzo, però, che va adoperato con molto tatto e con criterio, affinchè conservi tutto il suo prestigio e tutta la sua efficacia.