Sulla storia de' mali venerei di Domenico Thiene
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malattia debba provenire dall'istesso paese, da cui proviene il rimedio.
Al pari di quella di Oviedo, se non più ancora, merita di essere sospetta di animosità la testimonial zadi Lopez de Gohtiara, come cappellano e compagno di Cortes l'inumano conquistatore del Messico.
Lo squarcio, che riporta Girtanner, come tratto dall'opera di Pietro Martire, è assolutamente apocrifo, giacché noi si riscontra in nessuna delle edizioni posteriori all'anno i5i6, che furono approvate dall'Autore, il quale d' accordo col Nebrissense rigetta tutte le edizioni anteriori a quest'epoca (11).
Veramente sorprende, che l'illustre Girtanner dopo di aver riportato questo passaggio confessi di non averlo trovato nella edizione latina di Hakluiyt.
Diaz de Isla medico di Siviglia, fiorente dopo la metà del secolo sedicesimo, non vale per testimonio oculare. Girtanner non cita donde abbia tratto la notizia, che De-Isla dimorasse a Barcellona nel tempo che vi giunse Colombo dal suo primo viaggio: anzi confessa non essergli noto il di lui libro, che per la traduzione in latino di Velsch.
Se il celebre Girtanner si fosse dato la pena di leggere quella traduzione in latino, che è un Epilogo dell' opera di De-Isla fatto e riportato da Velsch, a-vrebbe veduto che l'autore per aver dedicato il libro a Giovanni III re di Portogallo salito su quel trono l'anno i555, e per aver ivi parlato del morbo gallico, come già nato sino da quindici anni indietro, il De-Isla merita di essere annoverato tra gli
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