Sulla storia de' mali venerei di Domenico Thiene

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      Amico, dall' analisi di siffatti passaggi non vi pare, che lo Stagirita conoscesse benisMQìo, che dall' u-retra colava un fluido diverso dal seme, perchè escrementizio, perchè infecondo, e perchè non cagionante la tabe? Un flusso adunque uretrale, morboso, ma che non induce la consumazione, e che è infecondo, non potrebbe chiamarsi col nome di scolazione ?
      Areteo in proposito della gonorrea lasciò trapelare la idea di scolazione dicendo , che talora avvi perdita di seme incessante e nel sonno e nella veglia, senza che il paziente se ne accorga; e che il fluido colante è tenue, freddo, scolorato, ed infecondo. I due caratteri di continuità e d'infecondità, quanto improprj alla gonorrea, altrettanto sono proprj alla scolazione (4i)-
      Moschione, e Priscìano, celebri trattatisti delle malattie muliebri , ricordano sovente rimedj per i flussi, che dalla matrice scolano alla vulva ; per cattivi umori, e per la libidine ; pel (lusso umorale, e pei vizj della matrice; per la matrice fluente, o reumatica; per le gonfiezze, ed ardori della matrice, e simili (42).
      E assai riflessibile, che Paolo Egineta dopo di a-ver trattato della gonorrea, o profluvio di seme, della satinasi, del priapismo in capitoli separati, in un altro relativo alle malattie de'pudendi presenti i caratteri della scolazione intendendo descrivere un' ulcera interna della verga (45).
      Finalmente Attuario, uno degli ultimi della greca


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Sulla storia de' mali venerei
Lettere
di Domenico Thiene
Missiaglia Editore
1823 pagine 303

   

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