Sulla storia de' mali venerei di Domenico Thiene

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      dell'universo. La loro superbia non gli abbagliò per altro al grado di non riconoscere, e di non confessar pubblicamente la propria inferiorità ai vinti in ogni ramo dello scibile. „
      Grascia capta ferum victorem caepit, et artes-Intuiti agresti Latio. Questa confessione più che i trofei prova la magnanimità di quel popolo di eroi.
      La medicina poi fra tutte le scienze si può dir quella pianta greca, che meno allignò nel suolo Latino. Galeno non cita medici romani, e Plinio ce ne fa una pittura cosi svantaggiosa, che comunque si possa crederla esagerata, non si può altronde confutarla per falsa. Il solo veramente classico si fu A. C. Celso, autore di un'opera enciclopedica, di cui non ci pervenne che il sesto libro, che comprende un trattato di medicina. Ancora non è dimostrato, se Celso fosse medico: è però dimostrato dall'elegante ed erudito Bianconi, che Celso formò questa preziosissima e latinissima compilazione sui libri delia pubblica Biblioteca Palatina; di che venne motteggiato da Orazio ; e che accompagnò il giovine principe Tiberio per ordine di Augusto nella spedizione d'Oriente in qualità di ajo e di segretario. In questo trattato là, dove si parla dei mali delle parti pudende, e massime delle ulcere del pene, pare indicato il flusso impuro, calcolatolo effetto di un' ulcera. Che se, dice Celso, comincia a colare la marcia in molta quantità, e di cattivo odore, si devono fare dei lavacri col cremar di lente misto ad un po' dì


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Sulla storia de' mali venerei
Lettere
di Domenico Thiene
Missiaglia Editore
1823 pagine 303

   

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