Sulla storia de' mali venerei di Domenico Thiene
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Garioponto, o Garione-ponto, membro di quella scuola nell'XI secolo, asserisce, che i gonorroici mandano fuori una orina tenue, rossigna, ed acerrima; che da quelli spontaneamente, e con molta frequenza si emette un seme acquoso, ed umorale, che non cessa neppure dopo fatta la orina, e con mordicamento (65).
Michele Scoto, medico ed astrologo cotanto caro all'immortale Imperatore Federico II Re di Napoli, sovrano di sempre grata memoria agli amici della gloria letteraria Italiana, Scoto, dissi, osservò, che le donne diventano pallide e reumatiche, cioè soggette a fluori; che se la donna soffrirà di fluo-re, e t uomo la tratterà, facilmente gli si vizi e-rà la verga, siccome accade ai giovinastri, i qua' li di ciò ignari acquistano ora la viziatura della verga, ed ora la lebbra (64).
Da Eros, volgarmente detto Trotula, vivente a Salerno nel XII secolo, raccogliamo, che talvolta la matrice si stempra per troppa incalescenza, per cui ivi si sente un grandissimo ardore e bruciore: che se apostemi della matrice nascono nella sua parte più alfa, od anteriore, il dolore si sente intorno alla vulva, e in allora succede la stranguria (65).
Ruggiero di Parma, medico Salernitano di quel tempo, trattando dei flussi delia verga li distingue iri caldi ed in freddi, secondo la causa: i primi si caraìtciizzano dal calore, pungi mento, arsura, rossezza e gonfiezza del membro : i secondi dalla mancanza di tali sintomi. : in tutti però havvi la
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