Sulla storia de' mali venerei di Domenico Thiene
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osservazione, senza che alcuno dubiti di tenerli per vittime del contagio venereo?
Passata la medica letteratura, come il restante dell'umano sapere, sotto il predominante impero degli Arabi si trova, che gė' indizj delle malattie vergognose si fanno e pių frequenti, e pių marcati, sia che gli Arabi fossero osservatori pių esatti, sia che presso que' popoli simile razza di morbi fosse pių osservabile. Difatti Isaac parla con molta cognizione delle ragadi e degli apostemi alle natiche: degli apostemi, delle verruche, de' porri, della formica e delle pustole alla verga, come anche delle verruche, e de' porri della vulva (g5).
Buhahylha Bingezla discorre delle pustole, dell' ulcere e del prurito del pene, come pure delle ulcere, e degli apostemi della matrice (96).
Abu- Osebah racconta il caso di una forte infiammazione della verga prodotta da impura concubito con una bestia, come altrove si č detto (97).
In Mesue trovansi descritte al vivo le ulcere interne del membro accompagnate da stranguria, e le esterne; le verruche, la formica, ed erpeti di varia spezie (98).
Serapione prescrive la cura delle ulcere, che accadono all' orifizio della matrice, e delle ragadi proprie sia dell' ano, sia della matrice.
Appartiene anche qui quanto Raze dice essere avvenuto a Maometto figlio di Alchasem, cioč di essere attaccato di pustole anche il capo della verga, in conseguenza di uno scolo marcioso da quella parte, l
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