Sulla storia de' mali venerei di Domenico Thiene
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Ruggero indica la cura delle pustole, e delle posteme prodotte dal concorso di umori ai canali della verga (108).
Rolando descrive il cancro del membro virile, le fìstole, le pustole, le verruche, e perfino la corruzione del frenulo a colpa di erosioni : come pure i porrifichi dell' ano.
Bruno nomina le verruche, i porrifichi e le formiche nate sulla verga, e sul capo del prepuzio.
Teodorico, quasi copiando Bruno, ripete le medesime cose.
Nel Tesoro de' poveri attribuito a Pietro Spano, o lo spagnuolo, poi papa Giovanni XX, abbiamo ri-medj pei porrifichi del podice, per le ulcere, la tumefazione, ed il cancro della verga (109).
Guglielmo da Saliceto, che fu tra i più benemeriti fondatori della chirurgia per una perizia singolare nell'osservare e nello sperimentare, non solo conobbe maestrevolmente, e medicò felicemente tutte le già nominate malattie dell' ano e dei pudendi in amendue i sessi, ma le ha anche ripetute da coito contagioso. Trattando delle pustole, ragadi e corruzion della verga e del prepuzio, originate da commercio carnale con una meretrice, o con altra qualunque donna impura, egli raccomanda i replicati lavacri, e le aspersioni tosto che terminata quella funzione cominciasse qualche vestigio di futura corruttela. Ma va ancora più avanti nel capitolo dell' apostema marcioso o caldo, o freddo de-gl' inguini, dove dice, che siffatto malore chiamasi
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Bruno Tesoro Pietro Spano Giovanni XX Saliceto
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